martedì 11 novembre 2014

L'amore malato



Quando l'amore umano è autentica passione, sia pure al momento appena così, o contenuta, oppure già grande, è sempre aperto a crescere in un processo sempre più inclusivo, fino a vedere il mondo tutto in dipendenza dalla persona, che lo suscita o lo rinnova. Allora, piacevole ossessione, anche le cose consuete son viste nuove e anche se la frequentazione le ha fatte trite, son ora non più logore, ma daccapo degne di considerazione, e lo sguardo le riconsidera soffermandosi su una loro bellezza, mai prima considerata e goduta e c'è la meraviglia della scoperta e disappunto per la passata disattenzione. Allora si è perfino contenti di star nel proprio presente felice, un mondo incantato. Mentre normalmente è il futuro che s'attende portatore di serenità o felicità se fino ad allora disattese. Che ha di sbagliato un simile sentire nella gioia? Solo di essere per una persona sola! E dal momento che è ristretto, limitato, è cieco, ché null'altro vede, considera, apprezza, degno di condividere il proprio. Quello invece che nulla e nessuno esclude è l'amore per il dio, è sempre un amore da partecipare! Il mondo tutto dovrebbe occupare mente e cuore se c'è l'amore divino, mentre fuggire dalla realtà, che ne fa supporto, o dal presente, è come ammettere di non saperlo trovare nelle persone del proprio consueto e sperarlo sempre altrove o dopo, una inconsapevole negazione che lui sia qui proprio, appena oltre le apparenze delle cose tutte, occhieggianti sulla scena del mondo. Questa inquietudine taciuta, negata perfino, ma che fa capolino anche come apparente bizzarria di comportamento del religioso che tenta d'amare, svela un animo non sereno nel profondo e, sotto apparenze contrarie, un cuore infelice. L'amore, se corrisposto, non deve essere infelice, non sarebbe amore! Io lo so come esperienza di vita! E che il dio ami ognuno, chiunque faccia per fede assioma dell'esistenza sua, sa per certo. L'amore per il dio è sempre ricambiato! Ma come guarire se malato è proprio l'amore, come quello di chi l'attende dal futuro, o lo cerca in altri luoghi e non guarda il presente? Al Nehustan è attribuito il potere di guarire tutti i malanni. Per questo male dell'anima, lo potrebbe il cristo innalzato sulle nostre sciagure? Ma il serpente di bronzo di biblica memoria ha da tempo perduto ogni potere, è così pure del cristo? Sì, a meno che non lo si porti appeso, piantato nel cuore il legno suo! Così si può tornare a vivere l'amore del dio nell'attualità del presente, nella consapevolezza che c'è chi completa, prendendolo su sé, l'appena nostro, sia ogni turbamento psicologico, ma anche ogni malanno del soma, per darci almeno nella tregua dal male la possibilità dell'amore. È tributo a questo amore speciale, come lo è la passione in quello ristretto solo a un particolare tu. Sperare che così vero sia, è poter tornare a vivere! C'è qualcuno che sempre completa il nostro appena, perfino l'amore dovuto a chi lo dona generoso! Sì, proprio ogni carenza colma, che come peso avvertiamo, e lo fa il novello serpente innalzato su una croce, ma piantata in noi! E il dio più che padre, è allora come madre amorevole che si avvertirà. Una madre è sempre prodiga per i figli suoi, anche per i malnati o che la sorte così ha reso. Sempre v'è del degno e dell'amabile in tutti loro, nonostante tutto, sì, quel che altri vi vede tanto carente. Si ha così sentore di qualcosa di cosmico che tutto prende, considera, abbraccia, ama. Solo grandi amanti, come lo furono Francesco e Bonaventura, ne sono stati vero capaci. Ma tutti dovremmo avere un amore che non procede verso un dove e un allora, ma che permetta di riconciliarsi con le cose e il mondo attuale. È il nostro scopo dello star qui proprio nella precarietà di umani. Amar gli uomini, le creature e le cose tutte, quand'anche palesi nemici visti, dovuti proprio così considerare! E allora sia pure l'amore umano ostinato e intenso, ma più ancora di come lo è il cieco, quello che null'altro desidera se non chi ha scelto, ma simile a quello dei nostri grandi mistici, perciò non più ristretto a persona o fatto o cosa particolari, e allora sarà la luce della generosità completa e non più l'oscurità dell'egoismo! E avremo conferma del dio già qui, venuto a trasformare questo basso inferno, in cielo e proprio con l'amore nostro!

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