Qui per te una fiaba dirò, e, come tutte, ha un segreto, un suo significato celato, che l'amore, quello che a me dici, e vero voglia la bella del cielo che tu lo senta, ti inviterà a scoprire. Quando la stessa età avremo, e non importa quanto attender dovremo, ché accadrà se la nostra comune speranza ci condurrà allo stesso sogno, certo completare potremo quello che manca a quest'amore, nonostante il suo tanto. Tante le parole qui scambiate! E dolcezze e amarezze hanno fatto una vita, ma sai che manca per la completezza? Averlo vissuto fin da bambini in un mondo tutto incantato! E non sarà semplicemente il rivivere il già stato, che separati ci ha visti, sebbene, credo, l'uno già nei sogni dell'altro, inconsapevole, e nelle parole sue, ma quello che questo sogno da venire comanderà. E sai che? Lo vorrà in coerenza sì con quel nostro vissuto all'epoca dei primi sogni, anche solo per un vago chi, ma anche con quello, più lungo e ricco, che insieme ci ha visto e voluto. Così il primo tempo d'amore con questo ultimo completato e integrato, sarà sì quel rivivere le sole grandi speranze d'allora, ma che si sapranno siano state poi appagate, e lo renderà più bello, e senza le incertezze sue, che all'epoca loro immelanconivano. E sai che cosa l'eternità permetterà? Che, purché la volontà di rivivere quel periodo così arricchito ci accomuni, esso potrà ripetersi e ripetersi finché voluto dal comune desiderio, sotto gli occhi attenti e benevoli di chi ne sorriderà, la gioia dei cuori nostri condivisa. E sarà così ancora l'epoca dell'innocenza, degli sguardi furtivi, delle parole che l'emozione interrompeva, e di corse lunghe in campi di primavera tenendoci per mano in mezzo a tanti fiori, e verdi, un mare d'erba novella. Ecco daccapo il fiatone da calmare restando al muretto a scambiarci parole di sogno e a ridere, ridere nel sole, tra farfalle vaghe nel volo loro e canto di uccelletti innamorati. E migliore illustrazione di quello che ci accadrà non so fare, attingendo ai miei ricordi un po' e più alla fantasia mia... Ecco, così completo quest'amore e il significato suo ho chiaro, e sapere che occupato ci ha anche nel resto della vita, ce la farà rivedere tutta, e bella nonostante le ombre tante e le bagattelle di qui, lì scordate. Oh quante volte prima che di te lo fossi, innamorato mi sono! Ma tu sei già tutte, anche quelle che nemmeno sfiorare ho potuto e le donne d'oggi pure, che quasi non oso guardare, ché talvolta non banalizzino e scherniscano il mio celato poco capito, quello che ho nel cuore e solo a te dischiudo completo. Ecco, questo mio tempo attuale somiglia al vento da orto, gelido d'inverno, che dalla bora viene, nella valle del nostro fiume correndo. E qui ne vedresti portate via anche foglie verdi appena, che, nate, solo desiderose di sole e di vita sempre sono. E se così di me accadrà, foglia ingiallita tutta, allora non piangere, ché a questo sogno mio destinata ti sei! Sì, tutte sei e ora, ché candidata t'ho al sogno mio tra le stelle, anche le piccole donne, tali rimaste in questo cuore, la misteriosa dirimpettaia che pareva indifferente alle attenzioni mie curiose, la biondina che più che cedere alle lusinghe mie, mi incluse nei sogni suoi, e quella della spiaggia anche, che darmi un amore adulto non volle. E tu, che qui sei stata la bambina che conoscere non ho potuto, lì, tra le stelle, lo sarai ancora per dirmi le tue prime parole d'amore. Quelle sospirate al vento, quelle della vaghezza dei tuoi sogni anticipatori della gioia d'amore. Quelle anche con cui di esser capace di concretizzarli m'hai forse solo illuso, ma per me vissute come in un miracolo e d'amore. E se io qui non sarò, osserva al tramonto gli ultimi raggi d'oro perdersi a occaso, reclina il tuo bel capo come se sulla tua spalla il mio posato avessi, sentimi accanto cingerti alla vita... Propizia la notte incipiente ai sogni, io forse in uno così, vero verrò e ti porterò con me dove quelli come me sospirano l'amore che attender li fa. Sì accadrà, ché già qui sospiro d'attesa l'amor tuo nella completezza sua!
mercoledì 30 ottobre 2013
Completezza d'amore
Qui per te una fiaba dirò, e, come tutte, ha un segreto, un suo significato celato, che l'amore, quello che a me dici, e vero voglia la bella del cielo che tu lo senta, ti inviterà a scoprire. Quando la stessa età avremo, e non importa quanto attender dovremo, ché accadrà se la nostra comune speranza ci condurrà allo stesso sogno, certo completare potremo quello che manca a quest'amore, nonostante il suo tanto. Tante le parole qui scambiate! E dolcezze e amarezze hanno fatto una vita, ma sai che manca per la completezza? Averlo vissuto fin da bambini in un mondo tutto incantato! E non sarà semplicemente il rivivere il già stato, che separati ci ha visti, sebbene, credo, l'uno già nei sogni dell'altro, inconsapevole, e nelle parole sue, ma quello che questo sogno da venire comanderà. E sai che? Lo vorrà in coerenza sì con quel nostro vissuto all'epoca dei primi sogni, anche solo per un vago chi, ma anche con quello, più lungo e ricco, che insieme ci ha visto e voluto. Così il primo tempo d'amore con questo ultimo completato e integrato, sarà sì quel rivivere le sole grandi speranze d'allora, ma che si sapranno siano state poi appagate, e lo renderà più bello, e senza le incertezze sue, che all'epoca loro immelanconivano. E sai che cosa l'eternità permetterà? Che, purché la volontà di rivivere quel periodo così arricchito ci accomuni, esso potrà ripetersi e ripetersi finché voluto dal comune desiderio, sotto gli occhi attenti e benevoli di chi ne sorriderà, la gioia dei cuori nostri condivisa. E sarà così ancora l'epoca dell'innocenza, degli sguardi furtivi, delle parole che l'emozione interrompeva, e di corse lunghe in campi di primavera tenendoci per mano in mezzo a tanti fiori, e verdi, un mare d'erba novella. Ecco daccapo il fiatone da calmare restando al muretto a scambiarci parole di sogno e a ridere, ridere nel sole, tra farfalle vaghe nel volo loro e canto di uccelletti innamorati. E migliore illustrazione di quello che ci accadrà non so fare, attingendo ai miei ricordi un po' e più alla fantasia mia... Ecco, così completo quest'amore e il significato suo ho chiaro, e sapere che occupato ci ha anche nel resto della vita, ce la farà rivedere tutta, e bella nonostante le ombre tante e le bagattelle di qui, lì scordate. Oh quante volte prima che di te lo fossi, innamorato mi sono! Ma tu sei già tutte, anche quelle che nemmeno sfiorare ho potuto e le donne d'oggi pure, che quasi non oso guardare, ché talvolta non banalizzino e scherniscano il mio celato poco capito, quello che ho nel cuore e solo a te dischiudo completo. Ecco, questo mio tempo attuale somiglia al vento da orto, gelido d'inverno, che dalla bora viene, nella valle del nostro fiume correndo. E qui ne vedresti portate via anche foglie verdi appena, che, nate, solo desiderose di sole e di vita sempre sono. E se così di me accadrà, foglia ingiallita tutta, allora non piangere, ché a questo sogno mio destinata ti sei! Sì, tutte sei e ora, ché candidata t'ho al sogno mio tra le stelle, anche le piccole donne, tali rimaste in questo cuore, la misteriosa dirimpettaia che pareva indifferente alle attenzioni mie curiose, la biondina che più che cedere alle lusinghe mie, mi incluse nei sogni suoi, e quella della spiaggia anche, che darmi un amore adulto non volle. E tu, che qui sei stata la bambina che conoscere non ho potuto, lì, tra le stelle, lo sarai ancora per dirmi le tue prime parole d'amore. Quelle sospirate al vento, quelle della vaghezza dei tuoi sogni anticipatori della gioia d'amore. Quelle anche con cui di esser capace di concretizzarli m'hai forse solo illuso, ma per me vissute come in un miracolo e d'amore. E se io qui non sarò, osserva al tramonto gli ultimi raggi d'oro perdersi a occaso, reclina il tuo bel capo come se sulla tua spalla il mio posato avessi, sentimi accanto cingerti alla vita... Propizia la notte incipiente ai sogni, io forse in uno così, vero verrò e ti porterò con me dove quelli come me sospirano l'amore che attender li fa. Sì accadrà, ché già qui sospiro d'attesa l'amor tuo nella completezza sua!
domenica 27 ottobre 2013
Le ragioni della speranza
Quando qui si concretizza l'amore, lo stare in questa vita a due, nella particolare psicologia che fa l'innamoramento, accende anche la speranza. Quale? Dapprima che il bello realizzato s'amplifichi e s'arricchisca in sempre più occasioni di mutuo scambio di contenuti, pensati e attesi meravigliosi e irrinunciabili dall'altro, del proprio e dell'altrui profondo, che anche si chiama anima, svelandone la ricca umanità celata. Questa sarà apprezzata e fatta propria e ne risulterà un arricchimento del sé. Ma anche che quanto fa felice la vita, il bel sogno a due, possa prolungarsi nel tempo, tacitando quelle istanze ambientali che gli fanno contrasto e vorrebbero dissolverlo... Poi la piccola speranza s'accresce, vuole ben altro, e forse capita solo all'umanità migliore e più generosa farne esperienza, sconfina i limiti suoi sicuri e desidera che la bontà toccata e il bene realizzato finiscano con il coinvolgere in qualche modo e misura, tutti quelli del proprio mondo, ché ne godano, partecipando della pace e della gioia che regna nei loro cuori. Insomma subentra una tensione, un anelito che vuole gli altri di quanto a loro capita di bello e di buono, partecipi. E come lo si fa? Credo lo si possa di più aprendosi, con l'essere disponibili sempre, ascoltando, consigliando per il bene o fattualmente con azioni volte a favorirlo, concretizzarlo. E quelli che in te credono e ti definiscono l'amore stesso, e con esso ti invocano, sanno il loro, promosso e protetto da te e così questo suo agognare. Questo forte desiderare per sé e gli altri, è forse una dolce illusione, ma tenace, quella che possa davvero essere quel che si spera ed avere la massima estensione del bene realizzato nella piccola vita di due, forse solo mediocre amore è, e appena bastevole per la coppia, ma che, gli altri coinvolgendo nello stesso progetto di bene, grande diviene. Sì, l'agire così rende grande anche piccolo amore! Ecco, dall'amore la speranza e da questa più amore! La speranza magnifica l'amore! Ma cos'è che invece consuma la speranza fino a soffocarla? L'incomprensione delle pur palesi intenzioni per il bene diffuso, l'invidia per tanta fortuna? Sì anche, ma più ne fa la mancanza di attuazioni nel quotidiano di quanto desiderato per sé e l'altro, e tutti nell'estensione dell'amore, quando ci sia. Ma ancora e di più, quelle pressanti richieste che non trovano risposta e che urgono ché la vita stessa si conservi quando minacciata da forse ineludibile destino. La vita, l'amore si fa tragico! E queste sono istanze quasi sempre deluse, nessuna risposta dal cielo e la vita stessa, si spegne, va via. Che ne rallenta l'ineluttabilità? L'amore, solo l'amore! Ove la speranza muore subentra l'amore. E la malattia spezzerà comunque la nostra vita nel dolore, ma almeno c'è la vicinanza di chi ci ama e ci fa conforto. E manca sì risposta chiara dal dio e da te, ma morendo si evoca un fatto lontano. Qualcuno grida per noi, nudo sul suo legno: iddio mio ché abbandonato mi hai? E noi morendo, lui muore, il cuore spezzato. E il grido suo copre i tuoi singhiozzi e riempie il vuoto che si è fatto intorno e il buio incipiente. E un dio vecchio e lontano non può non udire, ma nulla fa, non può o daccapo non vuole, non ha allontanato allora il calice e qualcuno ancora ha dovuto berlo! Questo linguaggio tutto sa di favola, somiglia così alle tante storie sul dio, ma con la novità dell'amore di chi a lui grida, ancora, sempre! Non c'è il dio per noi? Eppure c'è chi ne vicaria l'amore! E' quello del figlio tuo che si lascia annientare daccapo per spezzare col grido suo il silenzio del dio, ciò che più di tutto uccide! E, paradosso, chi ama il morente riaccende la speranza sua, ché lo sente diventare il figlio tuo e tu stessa prendertene cura, e così ne vicaria la speranza! Muore la vita, muore l'amore, ma non la speranza. Quella che forse l'amore verrà ritrovato e sarà per esso vivere una vita novella, sì, il sogno iniziato tanto tempo prima e dovuto interrompere, forse riprenderà, vivrà ancora. Perché? Chi ha gridato or ora, ha detto che lui stesso è la vita, e “vivet, etiam si mortuus est”, chi in lui ha creduto, sperato! Una speranza ancora è richiesta, tutta d'amore, per ritrovarlo!
martedì 22 ottobre 2013
Non muore l'amore!
All'epoca della vanità mia, certo giovane ed inesperto delle cose del mondo ero, e m'affacciavo a una vita di tante promesse che il tempo poi per lo più mantenute non avrebbe. E conobbi anche l'amore. Andargli incontro, assecondarlo, fare che vivesse delle attenzioni mie, era una sensazione di vita degna, sebbene tanto altrimenti carente, e di procedere verso il bene. Ed era come poter far miei i valori, che dall'oggetto del mio interesse venivano, apprezzandoli, e divenire, realizzandomi, sebbene ragazzo, come già uomo e migliore di tanti. Insomma io constatavo che tutto m'accadeva come se dal processo di identificazione col l'oggetto del mio desiderio, risultasse un arricchimento del mio stare a questo mondo, consapevole divenendo di tutto ciò che di bello può esservi e anche che l'anima mia più ricca diventasse, essendo sollecito dell'altrui bene, sebbene forse solo agognandolo. Fui vero ricambiato? Fu solo sogno, illusione? Non so dirlo. C'è chi dice, malevolo, d'aver incontrato nella sua vita prima, solo persone mediocri, forse essendolo lui stesso, e che dal rapporto sempre ne sia risultato un disvalore. Per me non è stato così, se molto ho dato generoso, forse più ancora ho avuto. E che? Nel dialogo, nello scambio di sensazioni, nel guardare verso una stessa direzione di speranza, ne è risultata una umanizzazione, che frutto avrebbe fatto nel tempo. Sono come sono, un uomo che osa sperare d'essere buono un po', anche per le persone incontrate e più per le amate! Sicché io voglio ricordare quei fatti, quelle donne lontane, amare per loro il mio passato. Ecco fremiti ci sono di ricordi, un po' attenuati per la lontananza nella bellezza loro, ma dolci sempre e come attuali rivivo attese, speranze e ne ho palpiti di nostalgia ed ebbrezza tenue come da felicità rievocata... E tutte vorrei avessero continuato l'amore, quello iniziato con me e dovuto interrompere, e toccata la felicità, stretta l'avessero ché non sfuggisse, la stessa che io ho sempre rinnovata se tra queste braccia stringo la donna mia. Allora io devo ricordare e sperare che benevolo destino abbiano avuto e qualcuno con cui spartire gioia e dolore. Che vi può essere di più, che cosa fa più completa la vita? Se non avessi questo augurio in me sincero, s'annullerebbe l'umanità mia e, credo, vuota, deserta si farebbe la vita interiore. E io invece la sento e voglio stipata di “pietas” del passato e per il futuro, di speranza! Il mio sarebbe altrimenti un microcosmo da egoista disperato, un rimescolare una poltiglia di sola vanità. Invece se ho l'amore per il passato, l'ho per il futuro e posso dire a questa donna, che sempre accanto da quando l'ho sfiorata è voluta rimanermi, dal cuore, Abbi con me fiducia in questo momento, che è nostro, e speranza nel poi, mai ti lascerò sola e se quanto ho di mortale sparire dovrà, sarà pur riassorbito nella vita, questa, e nell'altra sperata ogni altra peculiare cosa che mi fa qual mi vedo! E questi discorsi un po' le fanno tristezza, ma voglio che, consapevoli di quanto dovremo perdere, viviamo ogni istante che rimane come unico, irrinunciabile, perché nuovo e bello, irripetibile! E continuo, Resterò nelle cose vive e belle e se fiore accarezzerai ricordandomi e a me che carezza offerto avrai e l'avvertirò. E sarò il vento tra i tuoi capelli e la luce per i tuoi occhi... La nostra felicità qualcuno, è la signora dei nostri cuori, sta per ricostruire altrove... Tutto è apparenza qui, sì non più che apparenza, fuggevole la felicità, sì effimera sempre, ché il male sempre la minaccia o la divora. Nei cieli la vera felicità, e la spero con te. Qui molto buio e lotta, fatica, tormento e poco amore. E il nostro piccolo amore, che lontano s'è accesso e s'è fatto fiamma, e ci ha fatti come una cosa sola in fusione anche d'anime, permetterà ci ritroviamo, quale la nuova forma, per un sogno perenne e uno spasimo dolce in un mondo nuovo e senza ombre. Allora non piangere! Ma tu scendere fai queste tue lacrime piano e il sole le fa rugiada indorata, nell'aurora che ancora con te vivo. Perché t'accori? E ora che ti sono lontano, romba sommesso il mare dabbasso qui dove a te penso col cuore gonfio. Ma ora io lo sento come un canto unico, un solo inno d'amore, per me, per noi. E credimi, inaridite non sono le fonti della gioia nostra e la nostra è storia di ogni tempo e di ogni luogo, altri s'ameranno come noi, ancora e ancora, e sicuro vivremo anche nel loro amore. Che sia vero che eterno è l'amore, almeno così? E la vita tutta se ne fa rigoglio, e non c'è vita senza amore, non c'è amore senza vita...E so banali questi miei pensieri, forse anche male espressi, ma non meno veri! E pur ora l'universo tutto palpita per noi e in noi non c'è che amore, e diciamo divino, quello che crea ad ogni istante per gli occhi nostri e per i cuori nostri, questo mondo di meraviglie, da cui certo viene la gioia nostra, che in questo tutto smarrirsi vuole, stemperarsi in un aere muto, ma recettivo e attento, come vi fa ora la canzone del mare. Ecco la fonte viva della gioia! No, non muore l'amore nell'indifferenza delle cose, non muoiono quelli che amato hanno! Ben ci sei, bella signora dei cento e cento sospiri, tu sei l'amore, come ci sono gli occhi di questa donna che aperto m'hanno il cuore!
venerdì 18 ottobre 2013
Un luogo chiamato amore
Luogo v'è in questo mio cuore chiamato amore e tu quello sei. Ora se vero è che
tutto ciò che facciamo e diciamo ha un suo universo rappresentativo, questo nostro sentire, reagire, patire, questo star compagni a tenerci per mano, dove si rappresenta, dove scrive ogni accadimento per la memoria e la speranza? Certo noi viaggiamo con la mente tra le stelle sperando della bella di lì l'incontro, e lì mi conduci come qui fai e come qui mi distraggo tra queste cose belle, che anche di questa stagione alla vista mi si offrono occhieggianti, ché la bellezza ne apprezzi, così certo lì
faccio di simile tra quegli splendori. Ecco la corrispondenza!Sicché tu sei i miei occhi, tu il mio ascolto, tu le mie parole di meraviglia, qui come lì, ché, anche se assente sei, è come se fossi con me e io non m'appaghi se non ti rendiconto tutto al mio ritorno, anticipato avendotelo nel pensarti presente alle mie passeggiate per lo più solitarie. E ti dico, dicendomi, Osserva questo e quell'altro non ti sfugga, di fiori ed erbe e funghi! Ma mi potrà accadere, forse anche a breve, o rimaner solo tra le stelle senza guida, qui tu rimasta, o star qui solo per un poco ancora, tu a quelle evaporata. Ma pensarti sempre con me e attendere d'aver tanto da dirti, mi farà sopportare quella solitudine? Uguale certo la mia pena nelle due eventualità. Ma forse la bella signora, tanto sospirata, verrà e avrà l'aspetto tuo dolce e la voce tua e il tuo star solo per me, gli occhi mai distratti! Eppure rimarrà se stessa e io la percepirò te e come altro da te a un tempo, rimanendone smarrito...Sarà come qui
talvolta m'accade di veder di te qualcosa con quelle che qui incontro e con cui converso, quelle indugiando nella compagnia mia per breve avventura, ma poi sempre mi sconcerta che a parte
quel piccolo particolare di felice riscontro, tanto da te diverse siano. E poiché la signora è in tutte, sicuro fa che tutte rechino di te qualcosa e io lo riconosca, ché ella tutto, di te gelosa, conserva per
ridarti completa, quando che sia, a me come qui sei. Ma quell'intravederti appena, certo mi fa desiderare più ancora il ritorno a te, ché di te tutto mi senta appagato. Così sarà solo rimanendo, tra le stelle la presenza tua ella mimando, qui col vederti in tutte attraverso lei ancora, che graziosa lo
permetterà. Ma scoprirmi in una bella finzione non accentuerà il mio dolore? Forse non tra le stelle, lì la bella di tutto appagandomi dello stesso tuo amore, ma qui non sarò ridicolo e frainteso, nulla le altre sapendo di quello che di te cerco in loro, quello solo rasserenandomi, ogni altra grazia inutile
orpello avvertendo? Allora se dovrà accadere che per breve ora saremo vero lontani, lascia sia io ad attenderti là dove la signora vive. Prega che questo mi avvenga, ché tu sai la fragilità mia. Forse tentato sarei d'abbreviare la separazione, allora davvero aumentandola, dovendo ravvedermi del
troppo osato. Ma sempre saprò come ritrovarti, ché in questo cuore luogo v'è che si chiama col tuo nome, e chi non lo sa lo chiami pure solo amore!
lunedì 14 ottobre 2013
L'etica del perdono
sabato 12 ottobre 2013
La gioia nostra
giovedì 10 ottobre 2013
Come un male nuovo
venerdì 4 ottobre 2013
Una provvida Francesca
giovedì 3 ottobre 2013
Noi, le tue parole
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