martedì 7 febbraio 2012

Le parole del vento

Dicono i miti che luogo nel ciel v’è in cui bella tra gli angeli tuoi tu sia. Ma tante e tante lodi non ti noierebbero? Voglio io credere, e pensare così a te m’avvicina, che qui col figlio sei e da sempre, a pianger le tante lagrime amare degli uomini e delle creature tutte.
Quale, mi chiedo, vita di gioia aver potresti se le cose di qui languono nel male? E il vento va, indugia tra i capelli della mia piccola donna, ch’odoroso ne resti, oppure le sussurra qualcosa di mio,che affidato gli abbia, ma ella l’intende? E se ridire forse non sa le mie parole per te, sospiri potrebbe il vento portare? E sfoglia or ora le pagine di questo libro aperto... e se questo fosse quello delle belle favole che dicon di te, non farebbe di simile? Sì, quello delle storie tue, e come or ora accade che or qui or lì soffermarsi pare, su quello esso farebbe, e a caso si direbbe accada, o forse, chissà, per tua mano, una scegliere ne potrebbe. Ma sa leggere il vento? Oh fosse così, ché io non le intendo! Io son sol uno che dice e ridice le sue parole per te a questa donna amata anche se lontana, ché te le trasmetta nei sogni suoi. Ma sogna ella di mistico amore, e se sì, lo fa per me anche o sol di sé dice? E sfoglio i ricordi del cuore suo a cercarti, quasi tutti di me partecipi, ché se tutte le donne recano di te, questa icona tua speciale è, ché angelo era e l’ali sue perder dovette! Ma così celato è di ogni donna il cuore che mi chiedo, lo intendo vero nelle immagini racchiuse gelose? E non so più dove cercarti. Ché se pure dell’altra donna, che sai, vero avessi l’affetto, e nulla ne so di sicuro, avrei con quella più successo se ella mi lasciasse legger nel cuor suo? Non hai tu celato la mente, cioè i pensieri tutti, che diciamo cuore, ché nessuno vi legga? E quand’anche invito ne ricevessi, non sarebbero nebulose più ancora le parole di quel cuore che appena dischiuso si fosse? E che dire di me? Anche tra i miei sogni c’è tanto e niente di te! Parole, congetture, immagini sfocate...E qui dove, ostinato, pur’oggi sono venuto, freddo fa e gelo fino al cuore fisico e al metaforico anche, ché niente parlarmi di te vuole. E io tanto qui, dove qualcuno ascoltar pare, vorrei mi dicessero le cose che interrogo ansioso, se questa mia pena tu condividi, se questo desiderio di te è quello che tu stessa hai per me. Ma vi soffia e ottuso il vento e gelido, e i miei pensieri rattrappisce tutti e me li ricaccia nel cuore. Ché ne dico così? Forse è proprio lì che ora esser non vuoi! E allora parlagli, ché esso la tua lingua arcana intenda, savio rendilo, esperto nel ridire, così che me ne trasmetta, fedele, parole agognate. Lascia provi a capirla, dinne almeno sillabe nel babillage di bambini innamorati, forse udirle chiare potrò, ché questo uso è, per le cose di qui, stormire, da parer parlar voglia! Sì, forse è proprio il brusio del vento, che carezza del chinale frasche dormienti e fino al cuore vuol giungere per i vestimenti miei leggeri, la voce tua. E io, che intenderla non so, faccio ottuso il vento e sol’io lo sono forse! Ma ora lì una ninna nanna cantare vuole... Dolce è il brusio, ma freddo è, e forse solo al sonno delle cose morte di qui invita suadente, come se, musica mimata, da madre venga, ma da te allora non viene, ché vita sei! No, è stupido il vento o talora cattivo! E allora vero più non so di te...O occhi, cuore di donna, perché miei esser non volete? E rivado ai ricordi di bambino, lì calda una voce di donna amorosa canta e dice del suo amore per me e che il babbo lontano tornerà a breve. E cade lenta lenta la neve in quella favola bella, ma io pur tranquillo dormir potrò, se quegli occhi mi guardano e lei al cuore suo caldo mi stringe!
E ho cercato, cercato, e sette paia di scarpe ho consumato, narra la filastrocca antica, e or almeno l’amor tuo trovato dimmi che ho! Ma che nome hai, che occhi, che cuore? Non dirli a questo vento, aspetterò la dolce brezza dal mare che pur verrà al tempo delle novelle fragranze...Ma dolce è il nome della donna amata qual esso sia, me lo dice quello della donna mia!

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