C'è
forse tra noi credenti chi possa non esclamare, Cristo almeno per la
mia persona cara esisti signore della vita, donale la gioia qui
negata!
Infatti
nulla garantisce la speranza di essere coinvolti nella vita che
viene. Né affermazioni attentamente vagliate del “libro sacro” ,
né le ottimistiche di uomo pio, tenuto nella ben meritata
considerazione da quelli, come me, di sicura meno ardente fede,
nemmeno le consolatorie profezie mariane, dettate da vera madre.
Perché dalla nuova esistenza deve separarci la morte, quella
personale o la minacciosa collettiva sempre incombente in questi
tempi tristi? Perché mai è possibile iniziarla già qui? Eppure la
vita può qui aver avuto molti meriti, che fanno ricca l'anima, o se
manchi dell'amore comandato dal cristo, verso anche i nemici, queste
pecche sono state sanate col perdono, che il pentimento ha
dolorosamente domandato e ottenuto! Forse la necessità della morte
sta a significare la completa gratuità della nuova vita donata, se
la novella non è garantita né da meriti acquisiti, né da desiderio
di ricambiare l'amore che ha permesso il perdono. E la fede? Quella
che fa sperare che tutti quelli che passano per la strettoia del
dolore, quello spontaneo di cui è ricco questo mondo e quello del
pentimento per la propria mediocrità, meritino la generosità del
dio, che è in fondo? Solo un estremo atto d'amore, quello che fa
gridare, Io esisto grazie al tuo amore, dio mio, e tu al mio!
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