domenica 21 agosto 2016

La mia preghiera

Ci sono stati nella mia vita, come ci sono in quella di molti, momenti molto bui. Ma vero brevi, oppure sono stati ore, giorni? Io non so più dirlo! Troppo lontani, scemati nei confusi ricordi di tutta una vita o invece assai vicini, ma avvertiti lunghi, interminabili per il loro peso, sì un gravare sul cuore. E di che? Del silenzio del tutto, silenzio di uomini, silenzio di dio, da parer morta perfino la speranza di un barlume nella caligine, o di stelle, in cui nemmeno pregare ho osato, rattrappita l'anima, il cuore in una latebra sua! Ma quando c'è stata la preghiera mia, che ho detto e a chi e come? L'ho fatto dalla disperazione, mai del tutto spenta, l'ho fatto invece in riottenuta serenità, l'ho fatto in umiltà con molte parole o nessuna? Con l'oratio dominica, che chiede l'essenziale, o con meno? Ho sperimentato fin dalla precoce tristezza da bambino la necessità di pregare, ma mi chiedo oggi come l'ho fatto in questa vita sorprendente di amarezze tante e di scarse gioie e come lo faccio. Una vita che molti hanno vissuto o stanno vivendo in cui soffocano il gridare e trattengono il pianto, residua dignità di essere uomini, com'io ho cercato sempre d'avere, scarso però il successo della promessa a me stesso, quando la sensazione prevalente è la solitudine, nella necessità di tutto, che fa poveri dentro e fuori, nella malattia, nell'abbandono di chi si ama e da chi si spera esser riamati, nella propria rinuncia non solo a lottare, ma anche a chiedere ancora l'appena a chi si pensa possa. Ecco io in questi frequenti momenti d'angoscia, lunghi quanto il gravare della pena subita, forse non ho detto che una parola, Ave! L'ho detta alla tutta bella del cielo per significarle, Ecco, sono qui ancora nella mia mediocrità e insufficienza, uomo ancora o assai meno ridotto, così da non sentirmi degno nemmeno di baciare l'effige tua terrena, la piccola donna che m'hai donato, che s'aspetta poco o forse molto dall'uomo cui s'è legata. Sono aperto a qualunque destino, ma fammi capire che ci sei alla fine del buio, e che c'è questo tuo volto amato! Sì, mi basta sapere che ci sei e che questa donna c'è, ritrovata! Questo nel poco della mia sola parola e forse più ancora, da farne un tanto! Sì, forse ho da sempre pregato così, una parola a significarne tante taciute, un sospiro per molti! E da bambino, nell'orrore del buio improvviso fattosi intorno, forse non ho gridato, non ho pianto, ma se di pregare son stato capace, non ho detto diverso, Fa che tu ci sia e mio fratello con te!

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