Io
non so perché chi ho appena accanto si dica credente e se,
interrogato, con la
delicatezza e discrezione che la domanda richiede,
sappia spiegare ad altri ciò
che il cuore racchiude. Perché
son solo parole o c'è l'inesprimibile? È
anche la mia difficoltà ad analoga domanda perché io
a mala pena so il
mio e forse non del
tutto e
non sono sicuro di poterne
dire tutto,
troppe le cose
trattenute e da molto,
forse
ben celate e senza
espressive parole, perciò
un racchiuso non
del tutto chiaro
nemmeno a
me stesso! Ma,
se mi fosse dato dirne
con semplicità,
preferirei
esprimermi
per analogia,
con un “Tutto
m'accade come se…”, per
far metafora di quel ch'esso
racchiude, una
d'amore. Infatti
in tutto il mio sentire
per il dio sconosciuto, molto
v'è di simile al provato per questa mia
donna. Ecco, le sono daccapo
lontano e ne richiamo il volto, ma non proprio quello di adesso, ma
il suo di tanti anni fa, anche
se ben poco mutato, che
orecchio porgeva incantato alle mie storie d'amore. E poiché quasi
null'altro so vero
d'amore, se
non il vissuto con lei,
quello che dico d'avere e mi
sforzo di far palese per lo
sconosciuto del mio desiderio,
chiamato il dio,
deve essere pur'esso per un
volto, perciò lui non
può che avere il volto suo,
ingenuo, attento alle parole mie, forse già dette ad altre, le
dimenticate, ma di
suono nuovo, e perciò come
davvero mai pronunciate, ora
che la mente le ripete, mentre
allora dal cuore uscivano, prorompenti.
Sono parole sì di
passione, ma di
sogno anche,
per chi può sognare ancora nella stranezza del vivere d'oggi, così
confuso e frettoloso, inquieto,
e come certo possibile
era nell'allora lontano,
ma
solo in apparenza più
sereno! Ma non per
questo parole di invito
alla fuga
dalla realtà
e di rinuncia all'oggi,
ma parole che sicurezza vogliono e
volevano dare
all'interlocutrice,
che ora,
tale ne ho amore, da non pensarla molto diversa
dall'assunta tra le stelle!
Un invito quindi a restare,
soffermarsi per il tu
che era ed è
solo perché
io lo
penso ora donna,
come concreta donna
è la mia, e
mi scopro, meraviglia!,
capace di farlo anche ora,
nonostante questo vissuto, nell'oggi
così deludente e apprensivo
nella provvisorietà che
propone!
Sono io che trattengo questo
tu e non lo
lascio sfuggire nel niente dell'appena oltre, dell'appena dopo! Sì,
un tu, volto
caro di donna,
che
riascolti nuove le mie parole, che tutte significano, T'amo,
e se anche non
le ripeterò ritrovandola
nella mia,
le avvertirà
di sicuro, ché la cura che
avrò di lei
e con cui la
rassicurerò del mio sentire,
sarà
ricordare quello
stesso dire per la mia donna
or ora affidato
a questo vento! Così per il
mio dio sconosciuto, che
sospiro oggi donna
nel mio cielo, cui do il tuo
volto, piccola
donna in questo cuore, io
dico, e un confuso di parole e sospiri certo
gli
giungono, almeno
come fanno con te. Sì,
mi ripeto nella certezza del cuore, tutto sta accadendo come
vada
a raggiunger quella
del cielo
il pensato per la mia donna,
l'affidato
per lei al vento, ma più ancora come se
un qualcosa, una
strana forza,
che definire non so, io
percepisca
entrarmi dentro,
pervadermi tutto
e prendere
del mio per portarlo a lei lontana, per le segrete vie dell'amore e
perciò anche a
quella
che vedo solo
col suo volto!
E io sento l'afflato della risposta sua, del suo sì a me proprio,
sebbene di tutto mi senta privo e sprovveduto e donarle non possa che
un sorriso al nostro incontro, che
presto sarà per mezzo
della mia donna terrena,
suo volto,
ma preludio
di quello tra le stelle, forse
non lontano. Perché
ritrovare la piccola donna di questo mondo è certo incontrare quella
del cielo! Ma quale sorriso
donare?
Io mi farò specchio di
quello con cui stasera
m'accoglierà questa, che già
vive apprensione e pena per
il mio attardarmi! Sì,
così proprio sento
m'accade
col dio, che
mi figuro sia
quella delle stelle.
Allora
che gli porterò se non la gioia che lui sia stato
per me, in un modo arcano, sì
misterioso da non essere del tutto capace di dirne e doverne
lasciare molto nel
segreto del cuore? E
come lo ricambierò, come
manifesterò la mia gioia?
Sebbene
muto, per quanto nascosto dal
mio stesso vivergli lontano, sarà
con l'amore, che
gli esprimerò col
sorriso di questa mia donna
imprigionato in me oltre
che riflesso da me, quella
che donna me lo ha
raffigurato, e che non posso
non ricambiarle
ogni volta per
chiederle perdono del poco che so dirle
e del molto che da sempre vorrei poterle
donare! Ecco,
se tutto di me preghiera si facesse , pur sarebbe appena per
quella di qui e quella che lei raffigura e
ci aspetta nel mondo
suo, fata di una bella favola per noi, piccoli suoi!
Tutto
questo mio dire che fondamento ha?
“ Cum
deus sit in omnibus rebus in tribus modis, in virgine fuit quarto
particulari modo, scilicet per identitatem, quia idem est quod ipsa”
( San Pier Damiani).
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