domenica 11 marzo 2018

Ritrovare la propria Beatrice


Parlo qui, col mio linguaggio di maschio, di un sentito che le donne possono riferire a se stesse, mutatis mutandis. Quale questo sentimento? Talvolta l’impegnarsi in cose vane fa trascurare lo sforzo continuo per migliorarsi e guadagnare un altro cuore, e lo stesso fanno l’abbaglio per falsi valori e più ancora le farragini, per lo più subite, di fatti della vita. Tutto è accoramento, oscuramento dell'anima, che anche fa allontanare da un cuore amante la propria Beatrice. Noi abbiamo una piccola donna nel rimpianto, conosciuta forse appena ragazzi, e sublimata, magnificata, come le cose e gli avvenimenti d'allora, nell’ingenuità dell’innocenza poi dovuta perdere. Quando questa perdita? È accaduto col rinunciare, aspettando imminenti altre novità, più grandi sognate, che non sarebbero venute, alla visione del mondo nella meraviglia, che fa, nel primo affacciarsi alla vita, le cose, tutte belle, preziose e godibili, che sembrano esistere soltanto per la personale soddisfazione e godimento. Così molte delusioni ancora sarebbero venute, ma, a vita quasi trascorsa tutta, è nata per molti la speranza di riottenere la propria Beatrice, che è anche quella di tornare al primitivo incanto e viverlo tutto senza impedimenti in una vita tutta novella. Insomma abbiamo dovuto perdere molto per adattarci alla vita di qui e vorremmo ritrovarlo perché essa è stata tutta deludente. Ma come? Forse il poeta del viaggio mistico nell'aldilà, il nostro maggiore, trasmetterci vuole un appropriato messaggio con l’opera sua in cui descrive il ritrovamento della sua Beatrice. Come a lui accadde, occorrerà rivivere tutti gli impedimenti qui subiti e superarli, ma non fermarsi al ricordo penoso dei personali. Perché è convinzione del poeta, e io sono con lui, che ciò che diventa qui insormontabile, il peccato, quando rivissuto postumo, nell’orrore delle innumerevoli varianti sue, e perciò conosciuto nella completezza sua, possa essere superato attraverso un sofferto pentimento. Perché noi abbiamo vero peccato a volgere altrove lo sguardo e rifiutare la bellezza, peccato culminato dal non trattenere al proprio cuore la nostra Beatrice! Allora occorrerà conoscere l’orrore tutto, fin dove avrebbe potuto condurre questo rifiuto e da quel buio tornare alla luce per poterla apprezzare come merita, e poterla vivere tutta finalmente! Dal buio completo alla luce in tutto il fulgore suo! Ciò rende l’anima degna di raggiungere quel bene, quell’amore mancato alla sua vita di qui, smarrita la propria Beatrice! Così come certo avviene per il bene, l’amore in sé, il dio, troppe volte negletto in questa vita! Insomma ritrovare la propria Beatrice significherà in fine ritrovare se stessi e col proprio sé, la completa capacità d'amare e così il dio smarrito! Ritrovare la mia Beatrice, ritrovare me stesso, il mio bisogno d'amare e essere riamato, ritrovare il dio, ecco il mio sogno senile!

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