martedì 13 marzo 2018

Cristo, nostra eternità


Amare è mettersi al secondo posto, dietro la vita stessa dell'amato, con i suoi essenziali attuali bisogni e per il tempo che viene, le speranze, appena rese più grandi di essi dai sogni. Perciò quale sia la realtà vissuta, non si può essere indifferenti a chi la popola, e amando tutti quelli che ci circondano, i loro diventano nostri problemi, le loro, nostre speranze. Perché? La nostra è realtà personale, percepita sì dai sensi, ma giudicata degna o mediocre dalla mente e più ancora dagli occhi del cuore. La peggiore carenza dell'anima è la mancanza di empatia per chi nel nostro mondo è nel bisogno, o almeno necessita di comprensione, e per questo ci confida il suo sé, l'intimo suo. Ma se la scuola della vita ci ha educati nel bene, saremo felici con chi risolve, quale il nostro aiuto potuto dare, la sua angoscia e faremo il possibile per lenirla in situazioni che tendano a prolungarne la pena. Se il nostro impegno sarà completo, come non avvertire che gli altri si sentano immersi nella nostra bontà pur limitata? Ma a chi diremo la sofferenza nostra per non essere capaci di liberare e liberarci dal male, sì prima quella di chi la sua ci ha versato nel cuore? L'evidenza di tante richieste d'aiuto disattese dal cielo, fa pensare che il cristo non sia esentato, ma rimasto nella sofferenza qui tanto diffusa. Perché fa sua ogni pena, se noi la facciamo nostra. Così è proprio perché noi siamo la sua finestra sul dolore, ché vede con i nostri occhi, tocca con le nostre mani, ne ragiona con le ragioni del nostro cuore, che sua diventa la nostra empatia. La sua aumenta di ogni dolore da noi conosciuto e di ogni pena che noi testimoniamo, sebbene impotenti a risolverla! Noi gli abbiamo offerto i nostri occhi, le nostre mani e scopriamo con meraviglia che la nostra bontà piccola, limitata, si fa il mare della sua! Ma c'è più ancora! Egli si è posto dietro a tutti, amando tutti. Pure dietro a noi che pretendiamo di offrirgli occhi, mani e cuore. Ma se così rimaniamo, condividiamo il suo destino, e saremo anche i suoi passi, quelli del suo ritorno. Sì, egli tornerà al padre, all'eternità e pure noi la vivremo!
Sì, il cristo è la nostra eternità!

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