domenica 6 agosto 2017

Il sacramento mondo


Il vangelo di Giovanni è permeato dalla necessità per il fedele, di appropriarsi del cristo, vero sacramento, introduzione al sacro e sua comprensione. L'insistere del cristo sulla necessità di mangiare di lui, c.f.r., e.g., 6:51-59, non è tanto promessa e premessa di ciò che nella chiesa diventerà rito in ricordo dell'ultima cena, ma piuttosto invito al sacramento mondo! Perché? Il concetto di presenza nel mondo del logos divino in Giovanni, richiama quello degli stoici, il logos è ragione di essere per il mondo, che ne è saturo. Ma mentre è loro convinzione che occorra essere apatetici di fronte alle vicende del mondo, che non devono coinvolgere e offuscare la verità percepita, in Giovanni la verità stessa, il cristo le subisce fino alla croce! Perciò noi fedeli dobbiamo accettare che senza pathos non ci si appropria del cristo, pur rimasto e diffuso nelle cose tutte di quaggiù. Qui tutto è invito al cristo, tutto gli fa ostacolo! Sì, questo mondo, tutto permeato di scienza con le ragioni sue, dà poco spazio alla ragione-logos, il cristo. Ma è anche, paradosso, invito a credere. Le spiegazioni dei fenomeni fisici, perfino la fascinosa constatazione che scritti sono in chiave matematica quindi, pur di adeguare lo strumento alla scoperta del nuovo, sempre intellegibili, leggibili, non soddisfa completamente. Da dove è venuta nell'uomo l'ansia del comprendere i fatti di questo mondo, e da dove la capacità di soddisfarla? E poi la spiegazione dei fatti psicologici soddisfa e.g. l'ansia di amare ed essere amati? Allora tutto è davvero a un tempo invito a credere nella presenza del logos-cristo, tutto a respingere il cristo nel mito, racconto immaginifico simile a quelli del mondo antico con i suoi tanti dei e loro storie-miti. Ignorando volutamente che perfino i visionari miti pagani non erano che tentativi di creare un accesso, una porta al sacro, alla ultramondana realtà, ma già qui anticipata, presente!

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