Possibile?
E' proprio vero? Sì, a questo mondo ho di fronte problemi,
all'apparenza superabili, ma per presto accorgermi che più ne cerco
risposte, più mi aumenta lo sconcerto di non averle, che presto si
muta in dolore! Quale? Quello di sempre dover constatare, con
disappunto, che il vedere più nitido, l'avvicinarmi, se più
particolari ne sono svelati, nuove difficoltà trovo frapposte alla
risposta che non so dare adeguata. La conoscenza di fatto s'è
allontanata e non ho che risposte provvisorie che non soddisfano, sì,
rimangono sofferte congetture inconcludenti. Ecco qui intorno, non è
molto, ma prima di questo gelo, su rami già spogli radunati s'erano
gruccioni per la stagionale partenza. Così certi pensieri affollati
s'erano tutti nella mente mia. Per quale sogno? Conoscere il dio,
saperne dire, conforto a me e agli assilli degli altri. E come quegli
uccelli, vogliosi di più mite clima, svaniti sono, così le volatili
congetture della mia mente, nulla più sono. Allora, io che mi sono
arreso, devo chiedermi perché sognando del dio, egli abbia permesso
il cocente fallimento di perdermi nella sterilità delle mie
conclusioni. E' domanda retorica perché presuppone la conoscenza che
ha visto fallire i tentativi suoi. Allora azzardo dicendomi che
forse, sapendosi irraggiungibile dalla mia comprensione, egli ha
voluto che la gioia di intravvederlo non sfociasse in dolorosa
delusione. Ma questo non m'appaga! Però i gruccioni torneranno a
primavera per cercar siti d'amore, così i miei pensieri tutti or
caduti, cercheranno ancora di conoscere il dio per vero amarlo, perché
l'amore vuol tutto sapere e si completa nello svelarsi reciproco. Ma
sebbene nuovi, più penetranti, dovranno ancora rassegnarsi a poter
poco e il mio sogno rimarrà vago. Ma sarà ancora il gelo di non
poter raggiungere lo sperato? No, sicuro sono che non pervaderà
l'anima tutta, avvelenandola! Svanir lo farà l'amore del dio! Ecco la
mia scoperta! E' forse davvero molto il così intuito sulla natura
sua. Sì, scarse sono state le capacità logiche della mente mia, ma
questa è conquista raggiunta per altra via. E' qualcosa che ha
riempito tutta, saturandola d'amore, quella parte non razionale, sito
della gioia e del dolore, chiamata cuore, sì proprio il desiderato
l'ha colmata! E che va messo? Vi ha certo ridestato le mie ingenuità
di bambino, che mi vedevano felice alla comunione, perché speravo in
quell'abbandono al sacro di avvicinarmi al mondo in cui volato era
mio fratello! Eppure per lui e per me più ancora, non era nemmeno
primavera!
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