sabato 14 gennaio 2017

Donne in un’unica mia


Accade spesso che persone, che influito abbiano sulla nostra vita anche con poco, ma di bene, ricordate siano non così com'erano, ma come volevano apparire o gli occhi nostri volevano vederle, o avremmo voluto fossero. Solo nel mondo in cui gli infingimenti cadranno e il falso vedere sarà corretto, come la vita nuova nel perdono per tutti renderà possibile, gli altri vero saranno come il cuore li ha sempre desiderati, migliori. E così per me sarà, ma delle poche donne che risonanza hanno avuto in questo mio cuore, anticipo qui la visione futura ricercandone il desiderato, già ora, nelle fattezze, e anche nel fare e dire della donna mia. E lo faccio conscio che vecchio è ormai questo cuore e perciò tutto rivede nostalgico, quindi anche con benevolenza, i fatti della mia vita. Ma tutti avverto scorrermi senza lasciarsi trattenere, le cose belle le più sfuggenti, e sarà anche per questo che al petto stringo ora forte questa donna, che tanto m’ha dato, sempre più del voluto, ora lei donandomi un po' di calore, tanto il freddo! Ma perché anticipare ciò che sarà mia visione, mia comprensione nella vita attesa, perché ne voglio già ora poco o molto? Io, che tanto ho sofferto da detrattori, vorrei serenità nei miei ripensamenti, almeno su loro come se, incomprese, m’abbiano voluto il bene che potevano, o l’abbiano tentato, forse troppo discreto da essere ben capito o poco da riempirmi il cuore. E allora che dirò della mia donna? Ha occhi belli a mandorla come di donna orientale, ma non scuri come forse le altre, così ora veduti, simili quelli di tutte, tanto il tempo trascorso e perché una sicuro nero notte li aveva, e i capelli, castano intenso da ricordare i loro, ma ora ingrigiti tutti... Ma che ha sicuro di tutte? Il sorriso, la voce? Forse no, ma mi dice le loro stesse parole e oggi ancora stanca non pare! Sono parole sussurrate come sotto un cielo d’incanto o taciute, sebbene significate a gesti, desiderate eppure non venute, ma dolci sempre, ironiche talvolta, come san dirle le donne, e questa mia quest’arte ben conosce, che su qualcosa primeggiar vogliano sui maschi loro, ma buone infondo ché sempre dettate sono da cuore intenerito. E io or so perché questo suo, molle fattosi d’amore, tanto trattengo, è il modo mio ché non fugga tra le stelle. Nulla rimanendomi di lei, nulla di nessuna, perché le altre tutte son come chiuse per l’anima mia. Perché se alcuna da me fosse ritrovata e avvicinata, forse nulla o assai poco ricorderebbe di me, con banale commento di parole inappropriate, cortesi, ma convenzionali, affatto non bastevoli a cuor che tenero, ben altre ne ricordi. Perciò non ho sicuro che questa loro immagine, che di per sé cara assai m’è. E’ sogno sognato, vero vissuto! Le altre fuggirebbero, con lei dipartita, del tutto ancora da me, pure dal ricordo, che sito ha nel cuore! Ma lei m’è rimasta, rimane, e belle con lei le cose vissute fin qui, le tribolazioni pure. Il riconoscerlo, non accampo pretesti per non dirlo almeno a me stesso or che la vita tutta corre via vuole veloce, è omaggio dovuto di cuore innamorato a cuore che forse lo è più ancora! E dico di più, se anche talora lei confusa s’è ritenuta da me con qualcuna creduta rimastami sogno vagheggiato, non potuto sognare, vivere, tanto l’ho amata, più forse del suo stesso atteso e nulla togliendo a quelle forse vero rimastemi in un cantuccio del cuore, pensandole tutte da altri felici, sicuro più di quanto io avrei potuto. Ma lì tra le stelle, luogo dell’amore, come le distinguerò sicuro e questa tra loro più cara come ritroverò, sì quella che come lì saranno, vedere già qui me le ha fatte? Come qui una me le ha significate tutte, forse tutte ritroverò nella bella signora delle mie preghiere!

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