domenica 8 gennaio 2017

Il perché del cristo


Io a lungo mi sono chiesto, ma una risposta vera mai mi sono data, né da altri m'è venuta, perché il cristo del dio è qui dovuto venire per soffrire dagli uomini e morirne. Mi risponderò, ma il problema non considero chiuso e continuerò a chiedere e a chiedermi per più capirne. Come? Il male c'è a questo mondo, permesso dal dio, ma lui stesso per primo ne è divenuto vittima impotente, ma alla fine vincente! Tenterò di chiarirlo. Intanto non è forse l'amore suo nascosto, non potuto né dire a parole, né esprimere con gesti significativi, mentre sono tante, troppe a volte, e magnificate le parole degli uomini e i gesti che le accompagnano in momenti di passione amorosa?
Ecco, questa donna posso aver a lungo sognato, ma, avvicinata, non so che dirle o non posso. Mi escono solo banalità, mentre il mio tanto bello per lei mi resta dentro, nel cuore, dove l'ho accresciuto e serbato geloso. Perché? Ciò che mi capita non è forse delusione per lei, se ella intuito ha il mio interesse? E non accadrà forse che il suo disappunto si muti in dolore? Ecco, il mio sofferto è di non aver parole giuste, adeguate al mio sentire e alle aspettative sue. Sì, s'è forse interposta la mia timidezza, s'è interposta la mia inadeguatezza di comportamento che forse ha radici lontane, e perciò anche sarebbe giustificata, ma la causa vera, credo diversa, sì, è il troppo di dentro, che gonfiato m'ha il cuore e io, vinto dall'emozione, ne ho forse solo balbettato senza la via trovare giusta per farlo venir fuori. Ma perché anche dolore ne verrebbe a lei? Forse che anche lei m'ami? Sì, questa la ragione!
Accade di simile col dio? Una analogia c'è, il male per primo lui ha preso, privandolo della possibilità di farsi capire, di dirmi il suo tanto per me e io ne soffro, tentando d'amarlo!
Ma ecco, ipotizzo una situazione diversa, io da questa donna posso essermi fatto capire e così aver concretizzato l'amore, lei ricambiandomi la passione! Ma ora qualcosa ha rovinato il nostro rapporto. Posso aver equivocato un accaduto, malevolmente giudicandolo, o in qualcosa d'altro, ritenuto bistrattato il mio sentimento o perfino offeso il mio orgoglio di maschio! Ma so di aver sbagliato e dovrò chiederle perdono. Ma che accade? Qualcosa di inatteso, di meraviglioso! È proprio vero, chi vero ama, al minimo cenno della volontà di scusarsi dell'altro, chiede lui per primo perdono! E di che, se sua non è la colpa? Forse di non aver saputo capire il turbamento della persona amata e aver atteso troppo fino a precedere di sol poco la sua richiesta. Ma questo ha una scusante, perché talvolta è difficile intuire il celato dall'altro, capirne il tormento o anche un semplice cruccio e si tarda per tema di sbaglio increscioso, l'aver intuito l'inesistente!

E col dio? Ecco io svelo il mio intimo, cercando conforto al mio turbamento, a chi credo lo vicari. Ma sto per confessare le malefatte mie, piccole o grandi colpe, in realtà a chi col suo cristo mi ha fatto capire di soffrire del suo forzoso silenzio su quello che a me è capitato, e forse di peggio m'accadrà, e sulle sciagure di tutti, evitare non potendole! Egli non ha mai avuto difficoltà a leggermi dentro e non ha atteso il momento ultimo, precedente appena il confessare mio, mi ha anticipato il suo perdono, donandomelo anche senza mia richiesta. Perché mi perdona sia che io sia disposto a confessare i miei falli, sia che m'ostini a non ritenerli colpe? Forse perché sa del buio, del gelo, pur lottato da lui, ma non vinto, che intorno mi s'è fatto nell'errore, nell'abbaglio, nella colpa, anche non ritenuta tale, e così ostinandomi a rimanervi invischiato, considerandomi non diverso dagli altri, più o meno consci dell'egoismo loro, un male qui assai diffuso! E me lo ha detto e me lo dice col cristo suo! Ricordiamolo sulla croce. Non vengono perdonati gli ostinati di sempre, allora quelli non disposti ad ammettere l'ingiustizia della condanna, oggi le conseguenze di quella? Perdonare gli indegni è forse il suo modo di essere per tutti, il morire per tutti del suo cristo. Ecco, molte anime avranno coscienza solo postuma del mal loro operare, e la mia non sia tra quelle! Perché? Esse avranno vergogna di fronte a chi pur ne ha già qui anticipato il perdono! Quest'anticipare il soccorso, questo ristabilire l'altro nel proprio amore, è proprio del dio vittorioso! È come se io capace fossi di benevolenza a una donna potendole sincero dire a quest'età, trascorsi gli ardori giovanili, T'amo da sempre, nonostante tu sia stata incapace di capirlo, restia, indifferente, quando non ostile al mio amore, ad altri volgendo il tuo! Ma sta vero nelle capacità mie o di qualcun altro?

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