La società antica era tutta
per la prevalenza del maschio. Ma spesso questa diventava
prevaricazione su altri, da parte anche di donne, perché permetteva
l'eredità di fortuna e meriti ai discendenti, maschi e femmine, di
personaggi benemeriti, eroi anche, del passato. Ne venne la casta,
nobiltà chiamata, che finì col diventare in prevalenza
parassitaria! Per la donna comune c'era un ruolo peculiare, che tutto
doveva impegnarla tanto da non permetterle nemmeno di sognarne altri,
un ruolo importante, ma subordinato. Fu così per molti secoli, anche
dopo la rivoluzione francese, intesa ad abolire la casta fino ad
allora dominante a favore dell'emergente, la borghesia, aperta però, quanto quell'altra chiusa era stata ed era. Pure in seguito personaggi,
che parevano illuminati, non liberarono la donna affatto,
confinandola al ruolo tradizionale, così Napoleone. Perciò lungo e
tortuoso da sempre il cammino d'emancipazione femminile fino ai
giorni nostri! Ed è d'oggi l'annuncio che la possibilità del
diaconato femminile nella nostra chiesa diventi degna di
approfondimento! Da parte dei teologi d'oggi, che paiono ignorare il
ruolo della donna nella chiesa primitiva... Io, giovane ricercatore
di matematica, mi chiedevo perché la teologia non fosse più materia
di insegnamento universitario e perché la ricerca in quel campo non
fosse più attuale da parte dei nostri studiosi. Mi fu risposto da
persona saggia, che era non più scienza perché cristallizzata,
senza possibilità di mutamenti, insomma che tutta quella materia,
non era più aperta, era solo un ripensamento di verità acclarate! A
me anche oggi tutto questo sconcerta... Ecco noi invochiamo lo
spirito del cristo, che chiamiamo santo, facendone persona, cioè
esistente di per sé e da lui addirittura indipendente, mentre
volutamente ignoriamo la persona divina, che sta accanto al figlio
suo, che lo generò qui e lo genera da sempre, la sua “imma”!
Questa , Maria qui chiamata, spese la vita in discretezza e umiltà,
nella società maschilista in cui le toccò vivere. Dante, in una sua
felice espressione, la riconobbe “più che creatura”, ma ha, oggi
almeno, riconosciuta la vera sua dignità di ipostasi divina col figlio suo
dell'unico dio?
Riconoscere questa verità
ufficialmente permetterebbe alle credenti non di chiedere con forza
l'adeguamento ai tempi, ma il ritorno alle possibilità che Maria loro aprì, facendosi carne col figlio suo, per donarle a lui, perciò
al dio cui da sempre appartengono. Nel racconto biblico il dio creò
l'”adam”, il “terroso”, tratto dalla terra, che restò
maschio solo alla separazione dei sessi! Fa sorridere dover precisare
questo? Ma non v'è chi afferma che il dio, il puro spirito autore
del tutto, della nostra intelligenza o stupidità perfino, sia
maschio avendo creato il maschio a sua immagine, da cui trasse la
donna? Sono solo affermazioni spudorate di certe confessioni che pur
si dicono cristiane? D'accordo! Ma se non si fa completa chiarezza,
forse ancora verranno nostri papi, anche santi, che rifiuteranno il
giusto ruolo alla donna nella nostra chiesa, perfino l'antico
diaconato!
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