lunedì 22 febbraio 2016

Sogno del cristo, un solo villaggio, il mondo!


Ma cosa davvero interessava al dio di Israele?, mi chiedo già avanti nel tortuoso cammino della vita. A me non interessa chi, nel libro sacro, dice conoscerlo ed è in contraddizione con quanto altri ne afferma, e da ultimo col cristo stesso, che, credo, ben ne sapesse. Io so quanto mi basta per credergli, cioè che egli ha legato il pio israelita a sé, dicendogli, Sei direttamente responsabile a me solo, sorveglio io stesso la libertà che ti ho concesso, sì, a te, osservante la mia legge! Fu capito nella richiesta sua? Per nulla se il suo cristo, che ne ribadì il concetto di offerta per il bene con un suo personale compendio, fu spinto dai correligionari suoi al giudizio infame dei romani, che lo scambiarono per sovversivo. E che venne a dire a quelli che suoi nemici si sarebbero fatti? Avrete da ora con me stesso la responsabilità dovuta al padre mio incompreso, vi rinnovo la sua offerta di libertà, ma condizionata da un solo comandamento, perché vi comando l'amore a tutti, ai nemici soprattutto, amore dovuto, che vi offrirà la libertà. Blasfemia, non era lui che un uomo! Fu conclusione frettolosa, improvvida, funesta addirittura. Lui risorse, per chi come me lo crede, per riaffermare le ragioni sue, e quel popolo, che affrancarsi giustamente voleva dai romani, fu sterminato o deportato, premessa di tante future sciagure! E cosa avrebbe dovuto fare? Mostrare la superiorità del proprio pensiero religioso, suggerito dal cristo, l'amore universale! Perché? I romani, è la loro grandezza, riconobbero la superiorità dei greci, nell'arte, nella filosofia, nella religione e preservarono quella civiltà, imitandola e contribuendovi, facendola propria. Il pensiero religioso degli israeliti era la lor unica ricchezza, esaltata dal cristo con la novità assoluta dell'amore a tutti, i romani ne avrebbero compreso la purezza del sentire, da rispettare, e forse il disastroso epilogo si sarebbe potuto evitare, da popolo sottomesso e riottoso, quello diventato un popolo, che tesoro aveva da condividere. Questo non andò però perso, fu assorbito, si fece cristiano, e fu riconosciuto importane dai romani, che però annetterlo volevano nel loro politeistico credo religioso. Cosa rifiutata per il culto dovuto all'imperatore, divinità nella funzione sua, e agli idoli, i loro dei tutti. Quanto difficile dover far capire l'unicità del dio a partire dalla irrinunciabile unicità del comandamento del suo cristo! Sì, fu giusto il rifiuto, ma quante vite sacrificate, martiri per amore del cristo, desiderosi d'imitarlo nel coerenza al comandamento nuovo dell'amore! Poi i politici capirono e cedettero e Costantino divenne addirittura protettore dei cristiani tutti, anche se cristiano divenne solo vicina la morte. Resistettero gli abitanti del pago, che sacrificati non volevano i loro riti propiziatori di messi abbondanti. Ma la chiesa, l'organizzazione della nuova religione, esauriti i martiri, venne al compromesso, trovò il modo di includere, moderandoli quei riti e ne fece sue feste. E il messaggio del cristo sull'amore a tutti? Dimenticato! La chiesa difendersi doveva dai nemici, eretici considerati!
Ma quale la sostanza del messaggio negletto? Che voleva in definitiva il cristo? Creare il villaggio mondo, cioè una comunità in cui ognuno avesse cura dell'altro come nelle preistoriche società tribali. Ed è cosa ben strana che egli fosse nostalgico dell'antico e che nell'ambito ebraico egli auspicasse il ritorno all'Israele errante, non ancora con fissa dimora, quando sentiva il suo destino guidato dal suo dio, persa questa dipendenza nella società fattasi stanziale. Ma occorre riflettere. Il cristo non ha detto di immolarsi alle ragioni becere del nemico, ma qualcosa di più complesso, cosa che i primi entusiasti volutamente ignorarono, sacrificando le loro vite! Sì, piuttosto di farsi scaltri come volpi nella pratica dell'amore a tutti, perché doverne esternare coraggiosi il desiderio di realizzazione, è ben diverso dal trattenerlo, rimandandone l'impegno più che per opportunità, per paura! Fu contraddittorio? Niente affatto, egli raccomandò determinazione nel compito affidato ad ognuno, ma non disgiunta da prudenza, affinché talora non accada che la motivazione, tutt'altro che banale, dell'amore, per l'atteggiamento remissivo che la lascia fraintendere, sia scambiata per debolezza incitante il nemico a facile rivalsa, mentre invece è tutt'altro, un cercare di guadagnarlo al bene (sic!), vera forza da sconvolgere il mondo! Ma la chiesa lo prese alla lettera e preferì un accordo politico con un impero già decadente. Ma in forza di quel consiglio io cristiano d'oggi sono prudente, avvicino cauto il vero o presunto nemico, non avendo certo la forza di votarmi al martirio! Perciò, tentando l'amore comandato, uso parole e gesti accorti, rassicuranti per comportarmi come dicessi a tutti gli avvicinati, Io ho un atteggiamento di benevolenza che spero palese, ma questo non va equivocato per debolezza, accondiscendenza al più forte e sicuro io non lo sono!, è invece sollecitudine per te, apprensione per il tuo benessere, affinché tu, guadagnato dalla mia parte, ti faccia promotore del bene, cioè faccia ad altri quello che tento ora per te! E anche capire gli farò che è opportunità che potrà rifiutare, se il sospetto lo vince, ci l'istinto suo malizioso gli sottomette la ragione. Io non so il perché del rifiuto, penserò che questo fratello o non crede alla mia sincerità, o mi ha conosciuto altrimenti o, diverso da come sono, gli son stato descritto, o mi odia per la proposta fatta di osar migliorargli la vita, o senza ragione alcuna. Perciò al palese rifiuto sarà come dovergli dire altro ancora. Che cosa? Così, Ma, accorto!, se ti sono tanto avverso da pretendere la vita mia dovrò salvaguardarla! E nel tentativo ultimo di chiarezza, dirò esplicito, manifestando l'altro di voler attuare i suoi nefandi propositi, Guai a te!, se mi costringi alla violenza per rispondere alla gratuità della tua, mi avrai trasformato in nemico del cristo e a lui dovrò tornare ripercorrendo nell'anima mia la stessa via e nel dolore di cui ho fatto dura esperienza, anzi in più dolore del già subito, scontando il mio tradimento forzato! A te spetterà un pentimento, che includere dovrà anche le ragioni del mio dolore, costretto a difendermi dalla violenza tua, uno tanto completo includente i tuoi probabilmente anche passati ostili comportamenti, che soddisfi la giustizia del dio, prima del suo perdono, solo allora concesso! E questo per me, credo, avverrà anche se tu il dio rifiuti!
Naturalmente le mie riferite sono solo lungaggini inopportune nell'urgenza e certo nemmeno lontanamente consigliabili a chi costretto sia alla violenza, come chi combatte a difesa della sua vita e delle persone care, pure esse minacciate!

Infine mi chiedo c'è una vita in cui vero poter partecipare al sogno del cristo? Il cristo risorto ha detto di essere la resurrezione e la vita e che chiunque crede in lui vivrà, sebbene debba morire, tutti almeno fino al suo ritorno palese. A me questo basta. E mi comporto come gli dicessi, Io ho pianto tante volte impegolato nelle mie tristezze di vita senza efficace conforto, ma due volte per te di commozione, quando esposto fu lo scheletro del santo, che più amo e più ti rappresenta, Francesco, e davanti al giudizio universale di Michelangelo. Allora posso dirti, Non voglio la continuazione di questa vita, che troppo dolore m'ha dato fin da bambino. Nella promessa voglio i miei cari e il mio diletto fratello maggiore, precoce dovuto perdere, tanta la tristezza da farmi diventare ateo, bambino ancora. Vi voglio gli amici sinceri, se mai ne ho avuti! Vi voglio la donna mia, occhi della mia vita, io altrimenti cieco, e luce a un tempo per essi, vero lume nel troppo buio che attraverso pure ora, e il suo tanto già qui amore, sublimato! Rivoglio rivedere felice l'altra, che ho amato ragazzo, persa per stupidità mia palese, che ora so nelle angustie di chi costretto è a rinunciare a esprimer se stessa e i suoi ricordi, e io ne sono stato parte importante, timido innamorato suo, riamato! E lei tutto sa e lo ricorderà almeno nella vita nuova! Io rivoglio solo l'amore! Tutto a cominciare dal tuo, Gesù, tutta la vita mendicato! Allora già ora ti dico, o mio dio, parafrasando l'amato Dante, Incipit vita nova, ora proprio, perché qui e adesso è il libro della mia memoria!

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