Ecco,
in questo presente, tanto insicuro, a salvaguardia dell'immediato
futuro, io interessato sono al mio benessere, pur nella mia fragilità
di vita. Può essere interesse ristretto ai miei più prossimi, che
mi piace coinvolgere nell'auspicato e preparato destino di bene, o
condiviso con molti, qualora lo sperato si concretizzi. Ma anche se
ho volontà di agire con i più ampi coinvolgimenti nel mio progetto,
oltre al piacere indubbio che il mio sia pure dell'altro, devo
ammettere che mi impegno dalla mia condizione, comune a tanti,
dell'avere appena nella precarietà e insufficienza che fa
l'insicurezza del vivere d'oggi. Ma, se ne ho certezza di
convinzione, nonostante gli inviti alla prudenza o le contrarietà e le opposizioni incontrate,
io posso ostinarmi di pretendere il massimo dalle mie possibilità
pur scarse e capacità limitate. Sto comportandomi nel voluto dal
cristo? Non vuole questi più ancora? Cioè che mi determini per il
vantaggio anche di chi si oppone all'operato mio, di chi ne è
indifferente, di chi lo rifiuta, di chi mi calunnia accusandomi di
malcelati interessi personali, sospettandomi d'agire per lui
subdolamente, chi insomma proprio perché tento il bene,
coinvolgendolo, mi si fa nemico? Ecco cosa mi sconcerta, sapere che
se imbocco la strada della condivisione del bene, per quanto piccolo
o trascurabile dono dalla mia insufficienza o povertà addirittura,
posso essere dai maligni, che pur tento di beneficare, tacciato di
ipocrisia, ché devo esser ben altro dietro alla maschera del
benefattore, mentre mai è abbastanza per colui che mi spinge ad
agire così! Per lui devo essere per l'amore, costi pure il mio poco
raggiunto, e spendermi tutto per esso assicurandolo soprattutto a
quelli del diniego. Questa esigenza non fa che stupirmi! Anche se
fosse per me possibile la massima generosità, sarebbe ben misera
cosa il mio se non lo spartissi con quelli che mi si fanno nemici, e sono
tanti (!), perché il dispetto, la detrazione, la calunnia sono di
assoluta gratuità, e dati a larghe mani, per il semplice esistere,
star tra gli altri, anche occupando poco spazio e consumando poco del
bene minimo, che a tutti una società governata garantire dovrebbe! E
io proprio a costoro dono devo fare del mio poco o del mio niente e,
se vita meschina avessi, pure quella immolare dovrei! Qualcuno mi
dica se conosce chi è più radicale nella pretesa sua. Egli, però
non mi chiede più di quello che lui stesso ha fatto, pur nel
silenzio e nell'apparente incomprensione del suo stesso dio, il
padre! Costi lo stesso a me pure! Ma che significa abbandono da parte
del dio? Oh, quanta paura mi fa questa parola, possibilità nella
vita mia e proprio quando illudermi non posso che di piacergli! È
coscienza del mio proprio fallimento? Forse! Ma credo soprattutto
sapere, scoprire, di essere diventato da promotore del bene, vittima
dell'averlo tentato verso gli ingrati, quando non una reazione
negativa pur attesa c'è stata, ma sproporzionata, eccessiva,
malevola fino al punto di rimanerne schiacciato, annientato, incapace
non solo di reazione alcuna difensiva, ma di legittima protesta! Ché
le parole mie cadute son tutte come pietre su un selciato buio e
solitario, nessuno altro a sentirne il secco rumore, cupo di paura
per me, abbandonato, per non saperlo spiegare. Sì, perché tutto
questo m'accade, perché ho paura delle mie stesse parole
pronunciate, più ancora delle trattenute a far i miei stessi
pensieri or solo cupi? Chi e perché lo ha preteso, lo ha permesso?
Situazione disperata che somiglia a innumerevoli altre, quando, nella
crudeltà del vissuto, lo stesso dio par farsi nemico, allora sono
gemiti, parole rotte nei singhiozzi, o lacrime nel silenzio, ché
qualcuno è tanto abbandonato nella sofferenza che le pene sue
scavano l'anima di chi vi assiste impotente e la privano di tutto, anche di
una minima parvenza di speranza, gettandola nella disperazione. Ecco
allora il cristo, Abbi conforto, io ho già vissuto tutto questo,
nell'impossibilità di guarire chi pur me lo chiedeva nell'assillo
suo disperato, credimi, non è perdita per sempre, rivedrai questa
persona tanto cara! Sì, è simile a quel che il poco mio merito, ma
paziente e sofferto, riceve sempre dagli indegni e mi dirà, A me
pure è accaduto, non scoraggiarti, persisti nel bene!
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