sabato 13 febbraio 2016

Perché il cristo nella mia vita




Ecco, in questo presente, tanto insicuro, a salvaguardia dell'immediato futuro, io interessato sono al mio benessere, pur nella mia fragilità di vita. Può essere interesse ristretto ai miei più prossimi, che mi piace coinvolgere nell'auspicato e preparato destino di bene, o condiviso con molti, qualora lo sperato si concretizzi. Ma anche se ho volontà di agire con i più ampi coinvolgimenti nel mio progetto, oltre al piacere indubbio che il mio sia pure dell'altro, devo ammettere che mi impegno dalla mia condizione, comune a tanti, dell'avere appena nella precarietà e insufficienza che fa l'insicurezza del vivere d'oggi. Ma, se ne ho certezza di convinzione, nonostante gli inviti alla prudenza o le contrarietà e le opposizioni incontrate, io posso ostinarmi di pretendere il massimo dalle mie possibilità pur scarse e capacità limitate. Sto comportandomi nel voluto dal cristo? Non vuole questi più ancora? Cioè che mi determini per il vantaggio anche di chi si oppone all'operato mio, di chi ne è indifferente, di chi lo rifiuta, di chi mi calunnia accusandomi di malcelati interessi personali, sospettandomi d'agire per lui subdolamente, chi insomma proprio perché tento il bene, coinvolgendolo, mi si fa nemico? Ecco cosa mi sconcerta, sapere che se imbocco la strada della condivisione del bene, per quanto piccolo o trascurabile dono dalla mia insufficienza o povertà addirittura, posso essere dai maligni, che pur tento di beneficare, tacciato di ipocrisia, ché devo esser ben altro dietro alla maschera del benefattore, mentre mai è abbastanza per colui che mi spinge ad agire così! Per lui devo essere per l'amore, costi pure il mio poco raggiunto, e spendermi tutto per esso assicurandolo soprattutto a quelli del diniego. Questa esigenza non fa che stupirmi! Anche se fosse per me possibile la massima generosità, sarebbe ben misera cosa il mio se non lo spartissi con quelli che mi si fanno nemici, e sono tanti (!), perché il dispetto, la detrazione, la calunnia sono di assoluta gratuità, e dati a larghe mani, per il semplice esistere, star tra gli altri, anche occupando poco spazio e consumando poco del bene minimo, che a tutti una società governata garantire dovrebbe! E io proprio a costoro dono devo fare del mio poco o del mio niente e, se vita meschina avessi, pure quella immolare dovrei! Qualcuno mi dica se conosce chi è più radicale nella pretesa sua. Egli, però non mi chiede più di quello che lui stesso ha fatto, pur nel silenzio e nell'apparente incomprensione del suo stesso dio, il padre! Costi lo stesso a me pure! Ma che significa abbandono da parte del dio? Oh, quanta paura mi fa questa parola, possibilità nella vita mia e proprio quando illudermi non posso che di piacergli! È coscienza del mio proprio fallimento? Forse! Ma credo soprattutto sapere, scoprire, di essere diventato da promotore del bene, vittima dell'averlo tentato verso gli ingrati, quando non una reazione negativa pur attesa c'è stata, ma sproporzionata, eccessiva, malevola fino al punto di rimanerne schiacciato, annientato, incapace non solo di reazione alcuna difensiva, ma di legittima protesta! Ché le parole mie cadute son tutte come pietre su un selciato buio e solitario, nessuno altro a sentirne il secco rumore, cupo di paura per me, abbandonato, per non saperlo spiegare. Sì, perché tutto questo m'accade, perché ho paura delle mie stesse parole pronunciate, più ancora delle trattenute a far i miei stessi pensieri or solo cupi? Chi e perché lo ha preteso, lo ha permesso? Situazione disperata che somiglia a innumerevoli altre, quando, nella crudeltà del vissuto, lo stesso dio par farsi nemico, allora sono gemiti, parole rotte nei singhiozzi, o lacrime nel silenzio, ché qualcuno è tanto abbandonato nella sofferenza che le pene sue scavano l'anima di chi vi assiste impotente e la privano di tutto, anche di una minima parvenza di speranza, gettandola nella disperazione. Ecco allora il cristo, Abbi conforto, io ho già vissuto tutto questo, nell'impossibilità di guarire chi pur me lo chiedeva nell'assillo suo disperato, credimi, non è perdita per sempre, rivedrai questa persona tanto cara! Sì, è simile a quel che il poco mio merito, ma paziente e sofferto, riceve sempre dagli indegni e mi dirà, A me pure è accaduto, non scoraggiarti, persisti nel bene!

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