Ho
scritto di questo nel mio sito di facebook, qui riprendo con analisi
più approfondita.
San
Francesco cercò il dio in ogni cosa al mondo. Ogni esistente per lui
era partecipe della vita del tutto sospirante l'attesa del dio
manifesto. Eccolo nei Fioretti dover attraversare un rivo, e per non
calpestare chi è pietra, preferire immergere i suoi piedi in sorella
acqua, umile più ancora, ché molti altri bisogni a lui consentiva
soddisfare. E poi ancora più lo cercò nei fratelli più umili, nel
derelitto, nel misero, nell'affamato, nel malato, nel succube, che a
lui proprio, già come loro ridotto per scelta, la mano tendevano, ma
chiaro non trovandolo, sperò di vederlo almeno nella morte. Ché mai
vide il cristo, immagine del suo dio, sebbene pensasse che l'angelo
suo l'avesse ferito delle stesse sue ferite, piaghe che suggellarono
in lui l'amore del cristo, perché egli tutto ne voleva condividere,
la gioia di star tra i fratelli e il dolore patito per la loro
salvezza. E forse non si chiese perché cercare di percepire coi
sensi umani ciò che già vede il proprio cuore, amandolo in tutto e
tutti, perché così è già averlo trovato! Insomma occorre amare
tutto e tutti, lì il dio, che per ora è almeno persona, cioè chi
sta di fronte indipendente da noi per consentire che lo si ami. E non
vi sta invano se uno almeno tenta quest’amore!
E così Francesco dette sostanza, concretezza al suo dio non
permettendo che gli uomini, dimentichi del bene, lo relegassero a
mera possibilità, mentalità in vero assai poco diffusa nel
medioevo, che era tutto tensione verso lo sconosciuto dei
cieli, ma pur
possibile!Sì,
troppe le vessazioni, troppe le sofferenze di una umanità vessata
dai prepotenti, che sempre ci sono stati e saranno, e dai mali tanto
diffusi, impotente
a combatterli. Eppure non posso non chiedermi se questo grandissimo
capì completamente il dover farsi tutto per il cristo. Sì, non solo
pusillo per star dietro al cristo, e più ancora amare il tutto che
fa la vita, esseri fragili, pensati tutti fratelli agognanti il
cristo, ma cosa più ancora? Anche il dover amare i
nemici! Ma perché il cristo raccomanda, comanda l’amore verso
tutti, i nemici anche? Riconosciamolo, è l’amore che ci fa liberi!
E a noi il compito di trasmetterlo, perché tutti siano stati
liberati
e da che? Da quanto scava il male in noi sicuramente, perché,
amati, più sopportiamo il dolore, che sembri disperato, ma
anche da noi stessi, dalla nostra patita insufficienza, inadeguatezza
alla vita, impreparazione alla stessa. Se io sono capace di questo,
do ad ogni altro la possibilità di muoversi con maggior sicurezza e
senza fittizi intralci, quelli che noi stessi ci creiamo,
aggiungendoli alla difficoltà del nostro ambiente, sì dello stare
tra gli altri e perciò ad altri trasmettere il ricevuto! Insomma il
cristo non siede più alla destra del padre, espressione che più che
localizzarlo probabilmente significa che s'è fatto pari al padre
nell'amore che questi ha per le creature tutte, ma sta in queste e
quali? In proprio tutte, anche in quelle che lo rifiutano, negandogli
perfino la possibilità di essere per tutti, ma anche lo fanno
facendosi nemici agli altri, d'egoismo figli e del buio, più che
figli della luce e del bene. E non tentò forse il nostro di
promuovere la giusta aspirazione all'unico dio delle genti delle
terre che il Soldan correggeva, alla cui presenza superba predicò
del cristo l'amore verso tutti, che salva liberandoli anche da se stessi? E vi dovette rinunciare, troppo acerbe quelle genti! Ma
intanto questo fu vero atto d'amore ai nemici della vera fede. Ma
riflettiamo su chi è nemico dell'uomo. È certo l'impersonale male
diffuso che vita toglie o infelice rende, ma che gli uomini tutti
destina agli scopi suoi nefandi, con l'invidia e la malizia e
l'avarizia, diffuse! Tutti infatti ci facciamo nemici ad altri anche
non volendolo, aspirando alla simpatia e all'amicizia perfino, e le
nostre parole, i nostri gesti possono esser mal riferiti o
interpretati e generare risentimento! Ma oltre alla prudenza nei
rapporti, atta a evitare fraintendimenti, occorre più ancora, se
quelli avvicinati ci rispondono dalla loro tristezza presunta
provocata! Sì, che continuiamo non solo a perdonarli nella loro
attività di farsi ostacolo, schermo al cuore loro per noi, cosa già
non facile, ma sforziamoci di amarli, cosa che solo al cristo riusci
perfettamente! E’
allora che saremo entrati tra compagni sicuri dell'amor loro elargito
a tutti, che fanno la sua sequela e la capeggia Francesco che radunò
schiere di giovani entusiasti del messaggio suo, amare per liberare!
Salvezza già qui, ma anche sperata nel mondo veniente! Ma Francesco
riuscì del tutto in questo proposito? Fu sì il più buono di sempre
tra gli uomini di allora e di ora, ma rimase un uomo della chiesa di
ogni tempo, che sempre non è riuscita ad amare i nemici suoi. E
anch'egli
predicò una crociata! Eppure nessun altro fu come lui degno di
rinnovare i passi del cristo in questo mondo, come Chiara, sua
sorella in cristo, lo fu di Maria!
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