sabato 20 febbraio 2016

Solo l’amore libera!


Ho scritto di questo nel mio sito di facebook, qui riprendo con analisi più approfondita.

San Francesco cercò il dio in ogni cosa al mondo. Ogni esistente per lui era partecipe della vita del tutto sospirante l'attesa del dio manifesto. Eccolo nei Fioretti dover attraversare un rivo, e per non calpestare chi è pietra, preferire immergere i suoi piedi in sorella acqua, umile più ancora, ché molti altri bisogni a lui consentiva soddisfare. E poi ancora più lo cercò nei fratelli più umili, nel derelitto, nel misero, nell'affamato, nel malato, nel succube, che a lui proprio, già come loro ridotto per scelta, la mano tendevano, ma chiaro non trovandolo, sperò di vederlo almeno nella morte. Ché mai vide il cristo, immagine del suo dio, sebbene pensasse che l'angelo suo l'avesse ferito delle stesse sue ferite, piaghe che suggellarono in lui l'amore del cristo, perché egli tutto ne voleva condividere, la gioia di star tra i fratelli e il dolore patito per la loro salvezza. E forse non si chiese perché cercare di percepire coi sensi umani ciò che già vede il proprio cuore, amandolo in tutto e tutti, perché così è già averlo trovato! Insomma occorre amare tutto e tutti, lì il dio, che per ora è almeno persona, cioè chi sta di fronte indipendente da noi per consentire che lo si ami. E non vi sta invano se uno almeno tenta quest’amore! E così Francesco dette sostanza, concretezza al suo dio non permettendo che gli uomini, dimentichi del bene, lo relegassero a mera possibilità, mentalità in vero assai poco diffusa nel medioevo, che era tutto tensione verso lo sconosciuto dei cieli, ma pur possibile!Sì, troppe le vessazioni, troppe le sofferenze di una umanità vessata dai prepotenti, che sempre ci sono stati e saranno, e dai mali tanto diffusi, impotente a combatterli. Eppure non posso non chiedermi se questo grandissimo capì completamente il dover farsi tutto per il cristo. Sì, non solo pusillo per star dietro al cristo, e più ancora amare il tutto che fa la vita, esseri fragili, pensati tutti fratelli agognanti il cristo, ma cosa più ancora? Anche il dover amare i nemici! Ma perché il cristo raccomanda, comanda l’amore verso tutti, i nemici anche? Riconosciamolo, è l’amore che ci fa liberi! E a noi il compito di trasmetterlo, perché tutti siano stati liberati e da che? Da quanto scava il male in noi sicuramente, perché, amati, più sopportiamo il dolore, che sembri disperato, ma anche da noi stessi, dalla nostra patita insufficienza, inadeguatezza alla vita, impreparazione alla stessa. Se io sono capace di questo, do ad ogni altro la possibilità di muoversi con maggior sicurezza e senza fittizi intralci, quelli che noi stessi ci creiamo, aggiungendoli alla difficoltà del nostro ambiente, sì dello stare tra gli altri e perciò ad altri trasmettere il ricevuto! Insomma il cristo non siede più alla destra del padre, espressione che più che localizzarlo probabilmente significa che s'è fatto pari al padre nell'amore che questi ha per le creature tutte, ma sta in queste e quali? In proprio tutte, anche in quelle che lo rifiutano, negandogli perfino la possibilità di essere per tutti, ma anche lo fanno facendosi nemici agli altri, d'egoismo figli e del buio, più che figli della luce e del bene. E non tentò forse il nostro di promuovere la giusta aspirazione all'unico dio delle genti delle terre che il Soldan correggeva, alla cui presenza superba predicò del cristo l'amore verso tutti, che salva liberandoli anche da se stessi? E vi dovette rinunciare, troppo acerbe quelle genti! Ma intanto questo fu vero atto d'amore ai nemici della vera fede. Ma riflettiamo su chi è nemico dell'uomo. È certo l'impersonale male diffuso che vita toglie o infelice rende, ma che gli uomini tutti destina agli scopi suoi nefandi, con l'invidia e la malizia e l'avarizia, diffuse! Tutti infatti ci facciamo nemici ad altri anche non volendolo,  aspirando alla simpatia e all'amicizia perfino, e le nostre parole, i nostri gesti possono esser mal riferiti o interpretati e generare risentimento! Ma oltre alla prudenza nei rapporti, atta a evitare fraintendimenti, occorre più ancora, se quelli avvicinati ci rispondono dalla loro tristezza presunta provocata! Sì, che continuiamo non solo a perdonarli nella loro attività di farsi ostacolo, schermo al cuore loro per noi, cosa già non facile, ma sforziamoci di amarli, cosa che solo al cristo riusci perfettamente! E’ allora che saremo entrati tra compagni sicuri dell'amor loro elargito a tutti, che fanno la sua sequela e la capeggia Francesco che radunò schiere di giovani entusiasti del messaggio suo, amare per liberare! Salvezza già qui, ma anche sperata nel mondo veniente! Ma Francesco riuscì del tutto in questo proposito? Fu sì il più buono di sempre tra gli uomini di allora e di ora, ma rimase un uomo della chiesa di ogni tempo, che sempre non è riuscita ad amare i nemici suoi. E anch'egli predicò una crociata! Eppure nessun altro fu come lui degno di rinnovare i passi del cristo in questo mondo, come Chiara, sua sorella in cristo, lo fu di Maria!

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