venerdì 12 maggio 2023

Dio, padre e madre.

 In questa ormai mia tarda maturità, Dio è per me non solo padre, ma anche madre. Sì, come dico nella preghiera, pater et mater amor. Oggi, che tanto è il tempo alle spalle e più bisognoso d’attenzione sono dalla compagna, mi ripeto però una domanda: Perché questa realtà tanto problematica, come pregna di solo male ancora mi appare? Io, che conosco per lei da tanto l’amore, mi rispondo: Perché vi nasca l’amore, il cui calore tutti avvertano e dai cuori loro diffondano. Sì, è per amore che sacrificata da Dio, padre-madre, fu la vita di Gesù e siamo ora tutti figli di sua madre, Maria. Ma che è l’amore qui se non condividere la gioia e i disagi dell’altro, di ogni altro se nell’anima ci è entrato l’affetto loro per tutti? Ma non basta chiederselo ancora con la stessa risposta, occorre viverlo! Vivere l’amore è per me oggi vivere, e fatto s’è anche speranza d’un mondo assai diverso, quello del perdono-amore. Il perdono da chiedere a mia madre, a mio padre, a mio fratello smarrito da piccolo, che spero non aver delusi in tutto. Anche alla piccola dirimpettaia del miei sogni d’adolescente, cui mai dissi parola, ma per lei tanti i sospiri, alla sola di questa vita, che è dolcezza di oggi ancora, cui tanto dico di inutile, ma che è nei sospiri se m’è lontana! Ho amato, amo abbastanza, sono degno della speranza, che mi vive dentro, d’amore eterno?

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