È la donna che, in ogni epoca di vita, ha abbreviato la
distanza tra la realtà di qui, a volte assai povera, da me vissuta, e
la sognata. Ecco, presenti tuttora e non solo come ricordi, vividi
come quelli d'oggi, che guardano, da sempre amorevoli, la mia
senilità, sono gli occhi teneri di mia madre, gli ingenui e sognanti
della mia fidanzatina smarrita, i dolci, ma severi a un tempo, della
donna della mia maturità. Perché sono più di ricordi? Forse perché
so che sono tutti la finestra, che da sempre vuoi spalancata sulla
mia povertà, da far perenni, attenti e ridenti, gli occhi di chi
m'ama, o donna del cielo. Perché tu mi guardi solo per essi, viventi
certo nel tuo presente, che è fuori da questo tempo. Questo fugge,
mi sfugge e altro non sa fare che tentare che tutto trascorra, anche
la mia gioia d'oggi, dal momento che, tu lo vuoi, avverto simultanei
questi occhi sorridermi!
Occhi di donna, occhi di chi m'ama, quanto vorrei vedere, come fa la donna del cielo, la mia vita tutta solo per essi!
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