mercoledì 11 dicembre 2019

Ave, vera coeli porta


 Ecco, reco ancora, all'apice di questi miei tanti anni, diritto il corpo nel portamento. Non fa di simile l'anima sotto al suo fardello curva. Sto da un po' con la donna del cielo. Converso. Le parole mie avranno sicura risposta nella serenità che subentrerà quando, al termine, me ne starò muto, persi gli occhi umidi come disattenti a quanto di quaggiù, ma di speranza vaghi. E intanto anche le dico le parole antiche, “ in tuam benedictam fidem ac singularem custodiam...animam meam et corpus meum tibi commendo”.
Perché alla sua fede affido tutto di me? Che è la fiducia, che le faccio propria, se non quella nella illimitata capacità di perdono del figlio suo? Certezza che io, da lei accolto, avrò monda l'anima, chiara fatta come “ vestimentum candidum quasi nix”, che la sua bellezza racchiude, come le brattee di un fiore con i suoi petali!









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