Amore
è vicendevole affetto. Quindi in ogni amore c’è un tu. Ma chi il
tu di Dio? Forse il virtuoso, il santo? No, siamo tutti quel tu,
chiamati ad esserlo dal nulla. Noi tutti, con il fardello delle
nostre limitazioni, debolezze, miserie. Noi, con la nostra diffidenza
scettica, che tutto vuol analizzare, vedere, toccare, prima del suo
sì al bello al buono, che pur ci sono, nascosti, sopiti ma pur
sempre meravigliosi, doni proprio per noi dell’amore divino. E
allora se amati siamo comunque, non teniamoci dentro il nostro
sentito, grande o piccolo quant'è. Diciamolo a voce alta o
sussurriamolo, ma non riduciamo quello che abbiamo dentro per
apparire mediocri, credendoci ben accetti in questo mondo, perché
conformi ai dettami suoi. Noi non lo siamo, l’amore di Dio è la
nostra dignità, la nostra ricchezza. Diamo a chi è più nel
bisogno, ché più tanto non soffra, soprattutto ignorando quanto è
amato, avremo vuote le nostre mani del poco potuto offrire, ma pieno
il cuore!
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