È
questa un'altra notte tribolata, ché temporale s'annuncia ad
aumentarmi l'insonnia, o ne sogno una da tempo e sempre mi illudo del
ritorno duraturo della luce? Infatti ho la sensazione che anche il
ricordo di vissuti solari essa soffondi di penombra per farne
vaghezza, ché più non mi appartengano! E se, tu che unica stella vi
sei, diradi i tuoi brillii a farne stanchi e intermittenti bagliori,
come faro per nave perduta, che di lontano tenti scampo in mare
sconvolto, non ne sei così tu stessa combattuta e vittima? Allora che
sarà dell'anima mia in questa insicurezza diffusa e contagiosa?
Ma
forse è quest'angoscia di perderci, questa che fuga ogni evidenza
amorevole dell'interesse caritatevole del Cristo, che ci salva pur
sentendoci ultimi nel suo amore! E proprio tu con la tua sofferenza,
mi coinvolgerai nel suo amore divino, se smetterai di chiederti perché
il buio segue se desideri far tuo il dolore dell'appena accanto, che
ignorare, pur avvertendoti inadeguata a tanto, non puoi nel bisogno
suo d'aiuto! Perché tu allora non sarai più solo il mio fato
benefico, stella che mai si spegne nel cielo mio angusto, ma
soffrendo per l'altro, sei già tra mille e mille compagne a far
arabeschi di luce in ben altro cielo!
Stella che vuol spegnersi diventeresti se i tuoi brillii salvifici mi negassi, peso divenendo la sofferenza, che, immancabile, in animo sensibile provoca lo scoprire il dolore dell'appena accanto e non saper come porvi rimedio!
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