martedì 6 novembre 2018

Amore e speranza


Chi non ama nemmeno preghi! Perché? Mi chiedo, Posso limitare l'amore? Posso cedere alla tentazione dell'egoismo di essere solo per questo mio tu, questa mia donna, o anche limitare il mio interesse a una cerchia ristretta di persone, cui dare e da cui attendere contraccambio di bene, e cui dire le parole con le quali si dà e si chiede qualcosa di bello e buono? Se così fosse, avrebbe più senso la mia preghiera? Non è essa un uscire dal proprio sé e dalla eventuale volutamente angusta propria cerchia degli affetti e dalle parole usate in essa, per muoversi verso chi è l'altro per antonomasia, perciò andare oltre ogni altro di qui e ogni possibile ascolto, pensato insufficiente? E nel pregare non si è fiduciosi che un vero ascolto ci sia fruttuoso solo da parte di quel chi, pensato fonte di ogni bene, che è in cielo, cioè oltre la fallacia di questo mondo e che si conosce solo nelle proprie, ora veramente diverse, parole, che gli chiedono pressante attenzione nella necessità del momento? Allora mi chiedo, Quando la mia speranza, che esprimo con la preghiera, può essa stessa essere l'agognata risposta dal cielo? Credo che lo sia quando non contraddittoria, come sarebbe nella pretesa d'ascolto, ascolto che mai avessi avuto per i bisogni, le urgenze degli altri! Quindi è solo per quelli, e io tra loro non sarei, che non abbiano limitato l'interesse, la disponibilità verso ogni altro, ma abbiano dato, come hanno potuto, sempre! Abbiano perciò verso tutti tentato l'amore!






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