Chi
non ama nemmeno preghi! Perché? Mi chiedo, Posso limitare l'amore?
Posso cedere alla tentazione dell'egoismo di essere solo per questo
mio tu, questa mia donna, o anche limitare il mio interesse a una
cerchia ristretta di persone, cui dare e da cui attendere
contraccambio di bene, e cui dire le parole con le quali si dà e si
chiede qualcosa di bello e buono? Se così fosse, avrebbe più senso
la mia preghiera? Non è essa un uscire dal proprio sé e dalla
eventuale volutamente angusta propria cerchia degli affetti e dalle
parole usate in essa, per muoversi verso chi è l'altro per
antonomasia, perciò andare oltre ogni altro di qui e ogni possibile
ascolto, pensato insufficiente? E nel pregare non si è fiduciosi che
un vero ascolto ci sia fruttuoso solo da parte di quel chi, pensato
fonte di ogni bene, che è in cielo, cioè oltre la fallacia di
questo mondo e che si conosce solo nelle proprie, ora veramente
diverse, parole, che gli chiedono pressante attenzione nella
necessità del momento? Allora mi chiedo, Quando la mia speranza, che
esprimo con la preghiera, può essa stessa essere l'agognata risposta
dal cielo? Credo che lo sia quando non contraddittoria, come sarebbe
nella pretesa d'ascolto, ascolto che mai avessi avuto per i bisogni,
le urgenze degli altri! Quindi è solo per quelli, e io tra loro non
sarei, che non abbiano limitato l'interesse, la disponibilità verso
ogni altro, ma abbiano dato, come hanno potuto, sempre! Abbiano
perciò verso tutti tentato l'amore!
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