sabato 8 aprile 2017

Necessità della preghiera


Riprendo qui alcune considerazioni anticipate in riflessioni sul mio sito di “Facebook”.
Per tutti trascorre veloce la vita. Come se i granellini della clessidra del tempo disponibile s'affrettino a cadere dall'ampolla superiore nella sottostante! Questo drammaticamente si può avvertire alla mia età, quando quasi tutte le cose, i fatti sono già stati e divenuti ricordi, belli o molto meno, se non brutti! Che ho tentato? Non certo grandi cose, e, se anche sì, giudicate per come concepite e immaginate concretizzate, non ho nitido ricordo dei tentativi falliti, che certo ci sono stati e molti perché quelle son rimaste cose sognate, agognate, cose da venire, prossimo ritenuto il loro futuro, ma pur sempre sfuggente! Allora forse ho solo tentato di vivere, se vero che i sogni spronano a viver la vita tutta, facendola sapida o amara, se troppo frequenti le delusioni. Sì, molti accadimenti sono stati duri e tristi, impossibili da governare, come accade a marinai su navicella sperduta in mare da contrari venti combattuto, e, subendoli, poco o molto durati, alcuni seguito m'hanno fin qui, il mio destino di bene e felicità ne ha certo sofferto. Sì, molte le delusioni, anche dolorose, in pochi barlumi di gioia e d'amore ricambiato! Ma vita inutile non è stata, una cosa ho certa, ho pregato! Per chi, perché? Per me certo, e come? E chi ho pregato, se il male perfino il dio limita nel suo pungente desiderio di bene da destinarci? Ho forse pregato perfino per lui? E chi allora? Ho pregato per lui, cristo qui sempre impotente dalla sua croce, lui onnipotente solo fuori dal mondo! Pure per l'umanità tutta? Sì, anche! Ché guerre più non vi siano! Ne è intrisa la storia tutta e di che orrori vi si commettono ne parla perfino l'attualità! E ancora ho pregato ché la ricchezza meglio sia distribuita, se vero è che la disparità è premessa di esasperate rivendicazioni e sconvolgimenti, pur giusti! E per quelli da cui solo male ho avuto, chiedendo mi fosse donata la capacità di perdono e della dimenticanza!
Ma, devo riconoscerlo, non si prega soltanto per ottenere che danno e pene personali e collettivi cessino per noi, lacrimosi in troppe vicissitudini! Fin troppo umano è farlo per chiedere che il male subito sia solo temporaneo! Ma sorprende che, pregando, i pressanti problemi personali s'allontanino, cioè un po' almeno scemino, forse perché si ha necessità di riassumerli in un sospiro, quando non in una o perfino copiose lacrime, e questo di per sé aiuta o conforta. Perché? Se posso limitare, col descriverla, l'angustia, questa forse potrà essere superata, basterà il piccolo aiuto sperato che dal cielo pur si conceda agli immeritevoli! E io tale mi sento! Allora, avendo questa fiducia, sarebbe bene chiederlo a beneficio di tutti, cioè ricordare il proprio sé bisognoso tra sicuro i molti imploranti di ogni momento. Perché se, accorata la preghiera, ben ci sarà aiuto dal cielo, personalmente ne basterebbe poco a sanare il danno o la carenza lamentati, ma dell'azione salvifica veniente si avvantaggerebbero molti! E' forse questa una ingenuità della nostra fede! Ma è certo che molti hanno anche di più gravi pene e le personali includono, e son tanti che più non pregano sfiduciati o non sanno, perché ricordare non possono la fiducia che pur avevano nella preghiera, bambini. E allora se dico al grande medico per chi ho accanto, Aiutalo!,certo lo sto dicendo anche per me! E' questa una verità che ha messo tempo a venir fuori nell'evidenza sua, ma tardi per le cose di fede non è mai! Così forse per me anche le manifestazioni più ingenue nell'amore a tutti dovuto, alla donna mia in particolare, che però ora più ancora le domanda. Chissà!, forse perché vedendomi sofferente e accorato teme di perdere l'evidenza del mio affetto, se non di più, preso da ben altre cure! E che sono le richieste sue, se non poche parole buone e rari gesti opportuni, che un po' le diano calore al suo partecipe e provato cuore?
Sì, è così proprio, se per un altro si prega perché scampi o almeno abbia minima pena, si prega per sé! Fosse anche solo un'”Ave” accorata. E' un'opportunità che ci viene offerta. Chi ringrazierò? Credo il cristo stesso, che prende su sé ogni pena, ogni dolore, ogni lacrima! Ingenuità anche questa? Forse, ma quanto vorrei tornare all'ingenuità di bambino, quando rimasto solo, vessato da bagatelle familiari, avevo unica gioia nel fare la comunione e anche quella poi mi fecero perdere fino a negare di credere! Mi dicevo, ho mangiato Gesù, sarò più forte! E davvero era così, piangevo raramente e di nascosto! Ecco questa la mia infanzia, eppure grande non volevo diventare e subire ancor più l'ottusità prepotente di molti!
Ma in ogni preghiera c'è sempre un di più! Si prega non solo per ottenere per sé o il prossimo che abbia analoga o più forte pena nel dovuto subire, ma anche per offrire! E che? La propria pochezza, la propria insufficienza, il proprio bisogno. E chi ascolta, il cristo stesso, li avvertirà propri. Così chi prega è anche chi ascolta, e chi ascolta diviene per amore quel lui che implora attenzione. E' mistero della nostra fede! Oh meraviglia!, il cristo si fa chi ha sete, ma non beve, se l'altro non può, ha fame e non mangia, se l'altro non viene rinfrancato, ha bisogno di ristoro e non cerca pace, se all'altro è negata, bisogno d'amore e lo domanda, così come fa insistente l'implorante! Solo così egli può essere risposta a chi non ha che l'offerto, Nulla! E a questo lui, tanto vessato, egli offrirà di sentirsi lui stesso farsi preghiera e sua accoglienza, cioè sentirsi un cristo. Perché il cristo, sebbene fatto impotente per la croce novella, gli dice, Io sono te, io stesso nella stessa tua attesa! E non v'è dono più grande! Le mie nelle tue pene, signore, la mia la tua preghiera, la mia aspettativa, la tua stessa! E allora preghiamo anche delusi, c'è una grande risposta, nascosta, taciuta, perfino negata da chi parla e tanto, ma poco o nulla sa del peso sull'anima del silenzio del dio, e ben tutto questo male che vessa perfino il cristo, e tutti lo diventiamo pregando, dovrà pur finire!



Nessun commento:

Posta un commento