martedì 4 ottobre 2016

Le contraddizioni dell’anima

        
        Che è il passato? Un mondo rarefatto, inghiottito nell'oscuro del già stato, senza più né peso né importanza, per i più almeno. E dove più i pensieri, le sensazioni, le parole dette o taciute, le ascoltate, o le scambiate? E dove le attese, le premure, i sorrisi, le decisioni, gli abbandoni, le speranze?
        Quand'ero piccolo, mio fratello ancor più mi mancava, ma m’illudevo che presto avrei potuto rivederlo in cielo, nonostante il tempo paresse scorrere assai lento. Ora che lo percepisco correre, ne ho daccapo certezza, che la fede mi alimenta. Sì, quando la vita si fa matura, c’è tentazione di riesaminarla, rinnovando le perdute aspettative, le più ingenue anche. Possiamo, ma dovremmo? Io parlo soprattutto di me e mi chiedo se è del vero credente comportarsi in questo modo, cioè riandare ai fatti lontani. Ora che corta s’è fatta la vita di qui, la mia speranza  non sta solo nel ritrovare il fratello perduto, un bene scambiato interrotto, forse davvero un’ingenuità di ritrovamento dimenticata, ma nel rimpianto di tutto il bene perduto! Mentre, credo,  quest’età dovrebbe farmi guardare solo al bene venturo, che ogni altro certo ritrova e rinnova. Penso alle persone care tutte. Pure alla piccola dai capelli d’oro e a una disperatamente amata, ragazzo ancora, anche se già ritrovate le ho in questa donna, che di me e del mio bisogno d’amore non si stanca! Ma le meraviglie possibili, tutte mi stanno davanti, attese con trepidazione, in un mondo tutto d’amore, finalmente svelato, dischiuso. Sì, come fiore in boccia si apre al sole e all'avvicendarsi di affaccendate farfalle, così il nuovo per me e quanti amo. E li vorrei proprio tutti inclusi nel cuore come mio fosse già lo spirito del cristo. Sì, come fiore che non propizi insetti pur non scaccia e tra i petali e gli stami suoi lascia sostino! Ma non è così, perché rifanno capolino le passate vicende opacizzate allora dalla mia mediocrità di senza fede, e cuore è come fiore che scacci indesiderati ospiti! Sì, le attese di bene per questo possono inquinarsi!

        Sotto quest’unico cielo, che ad analoghe fortune tutti destina, talvolta la vita si fa più tribolata per una volontà perversa, che i danni suoi aggiunga ai possibili ambientali… Certo gli ostacoli frapposti alla mia ambizione sono stati tanti e per lo più attesi, ma alcuni volutamente eccessivi da volontà di nuocere. Ci possono essere state mie reazioni immediate anche solo psicologiche, ma perché tornarvi quando il tempo ha spento il pungolo dell’imminente subìto? Il mio non perdono immediato può avere avuto la sua giustificazione, ma il rancore, che mi risorge da un accaduto che rivivo, non ne ha alcuna! Gli antagonisti di un tempo, quelli di cui posso aver provocato una sproporzionata reazione avversa, dove sono ormai? Molti la soglia dell’altrove, che li fa liberi anche dagli errori di qui, sicuro hanno varcato, altri  non dovrebbero suscitarmi animosità alcuna se li so vinti dalla vita o, se risparmiati e ancora la loro meschina sicurezza di poveri nel cuore sfoggiano, sono senza convinzione e senza più tema per alcuno, nemmeno per me! Perché allora non ho un atteggiamento di distacco e serenità o, se vero pio mi son fatto, non so pregare che tutti ravveduti si siano? Sì, forse posso essere stato nel giusto e conservato un po’ dell’ingenuità e inesperienza della prima età all'epoca di quei fatti lontani, ma se li riguardo rancoroso come appena accaduti, è certo che ne divento corresponsabile, come forse davvero fui. Sì, io mi ammalo dello stesso male, vittima allora, ora diventato oppressore di me stesso. Un atteggiamento che intanto inquina la mia aspettativa di bene completo. Me ne fa perdere l’imminenza, mi riporta indietro non avvertendolo più come l’appena dopo, il tutto, l’amore! Sì, è comunque un peso dell’anima di cui dovrò render conto perché, credo, peccaminoso. Insomma divento chi ha più ancora perdono da chiedere, non più guarito dal tempo, vero medico dell’anima, dei guasti lontani. Ma uno che preso è nell'amarezza del risentimento rinnovato! Esso mi alleggerisce il cuore del bene fatto, anzi me lo svuota e mi smorza la speranza di ritrovarlo almeno nella misura di quanto pur ne ho dato. Sì, ecco le contraddizioni dell’anima mia! E mi aiuti iddio!

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