martedì 15 dicembre 2015

Maria nella trinità


Riprenderò qui cose già dette, per chiarezza, chi ama la madre del dio mi segua! Io vorrei saper dire quanto occorra, quanto riempia il cuore, il saper vedere nella propria donna la madre del cristo. Una gioia quasi incomunicabile! Questo deve accadere in ogni momento della giornata insieme, anche in quelli, per me ormai rari, ché l'età giusta m'è sfuggita, dell'amore attivo, fisicamente espresso. Il matrimonio è benedetto anche da Yeshua, il cristo del dio, che da sempre guarda ai frutti suoi come fiori innocenti. Allora se sappiamo che tra le braccia abbiamo un'icona della madre sua, trattiamola con delicatezza e rispetto, come certo fece lo sposo suo, quand'ella qui stava a condividere il destino di ogni altra donna ebrea e a preoccuparsi della sorte del figlio suo primogenito, ella vergine, ansioso di spingere fin in fondo l'amore ai nemici suoi, sempre più numerosi! Questa sua sorte non intacca affatto la verginità sua, perpetua, che conservò in cuor suo forse per ripetere, per amore, il suo “fiat”, cosa che, credo, faccia ancora oggi! E ricordo a noi tutti che certo ebbe altri figli, ché era dolorosa e vergognosa perfino, la condizione di una donna ebrea senza figli o con uno solo, il suo grembo considerato non benedetto dal dio o non abbastanza degno d'accogliere altri suoi doni! Io, non è molto, ho dovuto polemizzare con cristiani evangelici, che a me sembrano disprezzare noi cattolici od ortodossi, ma anche la madre nostra, ricordando loro che perfino il personaggio, inventato sì dalla fantasia, ma entrato tanto nella coscienza dello scrittore e dei lettori suoi, la dolce Sonia, che prostituta era, aveva in cuor suo conservato la verginità per attendere l'amore vero, che incontrò nello studente, che, dopo il delitto, seguì nel castigo, che giusto ne subentrò. E così la nostra madre pura venne, pura restò per tornare al suo cielo! Yeshua e Myriam sono persone divine che accettarono tutto dalla vita, anche la morte. Il cristo tornò alla dignità sua, anche divina, col corpo donatole dalla madre e questa la propria riebbe quando al figlio piacque ritrovarla tra le braccia sue, in quella concretezza in cui forse già qui per amore l'abbracciava, poiché ella vero fu assunta in cielo! Allora tutti dobbiamo chiederci il perché della venuta loro. Il cristo venne e viene tuttora in ogni cuore a cui bussa con insistenza e sappia accoglierlo, per rinnovarci il comando che tutti gli antichi compendia, dell'amore non solo al prossimo, ma a chi si distacca da noi, si fa nemico. La madre sua, “sine labe originali concepta”, lo permise e lo permette, affinché il figlio suo rinasca in ogni credente. Questa nascita e rinascita continue nel significato loro sublime della vita donata per la conversione, sia di quelli che tuttora si fanno nemici a qualcuno, tentandolo alla rivalsa, che di ogni loro vittima. Anzi ognuna delle persone vessate non solo desister deve da ciò che le ingombra il cuore e liberarsene, ma tentare in sé di far nascere un atteggiamento positivo da far valere sempre. Sì, non importa quanto esso venga equivocato come debolezza o accondiscendenza vilmente rassegnata da chi si industri a rinnovare alla vittima sua il danno, perché questa pretesa sovrumana, nel concepimento e nell'attuazione suoi, esprime perfettamente la divinità di chi ne ha patito la coerenza fino alla morte di croce. Egli venne dall'oltre e dal dopo, nel nostro giudizio di uomini di oggi e di sempre, e ritornò e ritorna tuttora al padre e alla madre sua. Questa tutto ha generato insieme con la parola del dio, la potenza che diverrà appunto il cristo tra noi, il figlio anche suo. Sì il dio è uno e trino, mistero da accettare per fede, ma io credo che Myriam ne sia direttamente partecipe ed esprima il padre, “abbà” di tutti come anche madre nostra, “imma”. Vorrei ricordare a chi ne dubita che il dio non creò affatto direttamente il maschio, l'uomo, ma l'umano, “anthropos” nel greco della versione dei LXX, e lo fece dalla terra, appunto creò così il terroso, Hadam a immagine e somiglianza sue, che poi restò maschio avendone egli separato la sua femmina. Allora uomo e donna sono uguali nell'amore del dio. Ogni altra interpretazione credo fuorviante! Allora il dio ha due ipostasi, l'una maschile, il figlio, Yeshua, l'altra, femminile, la madre di questi, Myriam. Perché egli crea l'esistente per mezzo della parola, il cristo, e tramite la sua ruach, spirito inteso, però una particolarità femminile in realtà, che svela che chi crea, lo fa e ama anche come madre e così amerà quel popolo, che donati ci ha Yeshua e Myriam, e lo fa e lo farà in tutta la storia sua. Ma se questo il primo dei motivi, qual'è quello che il dio conservata ha la natura loro umana, tenendoli distinti da lui unicamente spirito? Per quelli che conoscono Dante, e forse a breve ne sarà proibito perfino lo studio per non offendere (sic!) alcuno di fede non cristiana, ricorderò che il viaggio del poeta non è dalla sua condizione deviata, la selva del peccato, attraverso i tre regni oltremondani fino a Beatrice, la passione sua, santa divenuta, ma a Myriam, fin al suo trono di gloria guidato da San Bernardo. Egli con l'umanità sublimata sua, analoga a quella del figlio di Myriam risorto, avrà, vedendo le loro umanità gloriose, già la visione del dio. Un diverso tentativo di descrizione per occhi diversi da quelli del suo corpo trasformato, del cui possesso già s'accorge nel cielo della luna, giudicandolo ormai simile a quello del cristo risorto, sarà proprio per gli occhi nostri, rimasti solo umani, e fallisce come quello del geomètra, che invano s'affanna dietro alla quadratura del cerchio. Così sarà, e dovremo aspettare per la visione diretta la morte e dopo quella il perdono per i manchi nostri d'amore. Ma anche per noi, tutti, spero, eletti alla visione, il dio, il padre, sarà oltre le due persone divine e la comprensione della pura spiritualità del dio, per quanto possibile, ai più santi almeno, credo, resterà personale, incomunicabile! Come è incomunicabile resta l'amore mio già ora per la tutta bella, che spero dopo il perdono m'accolga tra gli estatici suoi, se già saputo avrò vederla nella preghiera e nella donna che m'ha donato per farne sua icona! E la preghiera per questa e i due suoi fiori, perché lor tutti amo, la dica ella stessa efficace al suo cuore con le parole che dirle non so!

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