Quanto somiglia quest'età alla prima di bambino! Gli stessi bisogni di attenzione e affetto, e tornano i sogni! Mi chiedo, quale il mio paradiso? Verde e ameno certo lo sogno, ma soprattutto da vivere almeno per il tempo che mi sia permessa novella opportunità di chiedere perdono a tutti. Ché allora, risanato dal concesso, richiesto, a qualcuno donarlo potrei. E l'amore? Poterlo chiedere daccapo a chi qui non l'ha capito e potuto assecondare e vivere proficuo con me. Anche a chi, qui accogliendolo, e dico della donna mia, ha poi subito con me l'amaro del distacco, anche se per piccola ora. Sì, chiedere, gridare a chi non potrà non sentire, il bene, il buono, il bello perduti, sopraffatti, sempre troppo presto, da quanto fa qui lo spessore del male. Ecco il vero sperato, è quello di poter considerare brutto sogno questa vita. Per quanto? Mi basterà un attimo appena, tutto il mio paradiso!
Quale il mio paradiso? Poter vedere il sempre troppo lungo soggiorno qui, come un esilio!
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