Quello
che si dice di Maria, che Dio è ciò che ella è, <<idem (
Deus) est quod ipsa ( Maria)>>, è aspirazione di ogni vero
credente, cioè essere oltre i tre modi che Dio ha di manifestarsi in
ogni cosa, un quarto modo di essere qui, in questo mondo, essendo sicuro
destino nell'oltre di appartenere alla realtà sua. Ben lo esprime
una preghiera allo Spirito, in cui si è supplici che egli annulli
ogni farraginosità della mente e del cuore, che impedisca di svanire
in lui <<Veni et in nobis absume quicquid impedit ne nos
absumamur in te>>. Noi non sappiamo che è la realtà di Dio,
la pensiamo un mondo di bene e pace, che qui son difficili da
afferrare e tener stretti. E' per questo che interpretiamo la
nostra realtà come un tirocinio, un cammino lento e tortuoso per
avvicinarci a quella porta, Maria, la <<sublimis inter
sidera>>, che permetta l'agognato accesso all'oltre proprio a
noi, ora <<flebiles>> , ma <<ut astra>> fatti, cioè, per grazia del figlio suo, quale ella è, diventati! Sarà una vita
novella, donata, << per virginem>> alla gente sua, la
redenta!
Sì,
guidaci, custodiscici, o piena di grazia, non vogliamo solo
somigliarti, ma annullarci in te, essere te!
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RispondiEliminaEliminate certe mie involontarie "farraginosità", ho cercato di rendere il testo più comprensibile a chi deve tradurlo nella sua lingua. chiedo scusa!
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