sabato 6 gennaio 2018

Che fa il dio dentro?


Alla nostra ammirazione un prato di primavera. Se occhi attenti vi si possono soffermare ha di sicuro del gradevole, ma anche vi aggiungiamo del nostro, del già posseduto. Son fuori di noi, fiori, ronzio di bombi affaccendati, trepidi voli, saltelli tra i cespugli e versi di uccelletti in lor tempo d'amore, ed erba ondeggiante in una vallea coronata di alberi tremuli. Tutto fa la nostra meraviglia! Ma è indubbio che abbiamo già dentro l'armonia dei colori, la gradevolezza dei suoi suoni. Allora quanto il manto verde, tutto in quest'epoca trapunto, si piega alla brezza e quanto alla carezza del nostro sguardo innamorato?
Di simile ci accade con l'amata. Bellezza e grazia le appartengono, sono sue doti naturali e ci attraggono, ma il sentito per lei vi aggiunge quanto di bello e gradevole il cuore già possiede e, inconsapevole, col dono ne aumenta il fascino e il diletto che ne viene.
Eccoci ancora di fronte all'incantevole stellato delle tante ormai notti serene, a interrogarlo, << Hai certo bellezza, ma nascondi altro?>>. E il celato finisce col venir fuori, appena consapevoli che è quello che l'amore nostro vi proietta!
Ma star di fronte al gradevole, al bello, al buono, è trovarsi col dio. Come posso dire, <<Ti cerco e non ti trovo>>?L'amore mio non proietta il suo su ogni cosa e la fa più bella e più buona, più preziosa? Non è questa capacità, questo dono del cuore, questo versare del suo su tutto, già la risposta? Cerco chi già ho, lo cerco per amarlo, ma già l'amo!


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