Alla
nostra ammirazione un prato di primavera. Se occhi attenti vi si
possono soffermare ha di sicuro del gradevole, ma anche vi
aggiungiamo del nostro, del già posseduto. Son fuori di noi, fiori,
ronzio di bombi affaccendati, trepidi voli, saltelli tra i cespugli e
versi di uccelletti in lor tempo d'amore, ed erba ondeggiante in una
vallea coronata di alberi tremuli. Tutto fa la nostra meraviglia! Ma
è indubbio che abbiamo già dentro l'armonia dei colori, la
gradevolezza dei suoi suoni. Allora quanto il manto verde, tutto in
quest'epoca trapunto, si piega alla brezza e quanto alla carezza del
nostro sguardo innamorato?
Di
simile ci accade con l'amata. Bellezza e grazia le appartengono, sono
sue doti naturali e ci attraggono, ma il sentito per lei vi aggiunge
quanto di bello e gradevole il cuore già possiede e, inconsapevole,
col dono ne aumenta il fascino e il diletto che ne viene.
Eccoci
ancora di fronte all'incantevole stellato delle tante ormai notti
serene, a interrogarlo, << Hai certo bellezza, ma nascondi
altro?>>. E il celato finisce col venir fuori, appena
consapevoli che è quello che l'amore nostro vi proietta!
Ma
star di fronte al gradevole, al bello, al buono, è trovarsi col dio.
Come posso dire, <<Ti cerco e non ti trovo>>?L'amore
mio non proietta il suo su ogni cosa e la fa più bella e più buona,
più preziosa? Non è questa capacità, questo dono del cuore, questo
versare del suo su tutto, già la risposta? Cerco chi già ho, lo
cerco per amarlo, ma già l'amo!
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