giovedì 20 luglio 2017

Fede e amore


Ma che sono fede e amore dovuti al dio? Esigenze dell'anima che nessuno sa ben definire, ma s'avvertono dentro e restano incomunicabili! Così dico di possederle, ma se voglio chiarirmele, non ne colgo l'essenza, la verità loro resta celata! Ecco, posso dire a questa donna, certo sono che tu abbia verso di me d'analogo al mio sentito per te! Ma questo mio sentire, che certo ha di simile, ma niente d'identico, ha un senso, una ragione. Ho l'esigenza di scusare la mia pochezza, la mia ignoranza, la pretesa di essere dabbene, la mia incapacità di venirne fuori dalla mediocrità e ben gestire i fatti della mia vita, e lo posso solo, riconoscendo angusti i miei limiti, commiserandomi, amandomi perciò. Sì, devo pur perdonarmi e dovrò perdonare il dio, confermarlo nell'amore, poiché sono i miei gesti e le mie preghiere senza palese contraccambio d'amore! E di che perdonarlo? Di tenermi tuttora separato, distante, di farmi dubitare del suo apprezzamento, di farmi avvertire la pena della inutilità d'essere fin qui vissuto e perfino d'aver amato! Possibile tale pretesa? Nulla è impossibile all'amore, che se non raggiunge l'armonia, la sogna, la pretende per averla pregustata! Così al problema del dio, rispondo convinto, Solo nella prospettiva dell'amore c'è questa persona! Cioè devo amare me stesso, la mia piccola donna, gli altri tutti, le cose, i fatti del mio mondo, gli sgradevoli e penosi anche, e solo così superare queste apparenze e aprirmi al dio, per la certezza di finire nel suo oltre, ecco la fede dall'amore, non nel nulla, unico escluso, ché appigli non dà all'amore!

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