Invito a
ripensare al cristo morente sulla croce. Egli è non solo abbandonato, come la
più parte di noi nell'esperienza estrema, ma è l’abbandonato. Egli ne chiede il
perché senza risposta alcuna. Il dio suo e nostro più non v’era. Proprio quello
della fede sua, condivisa dai suoi correligionari, che gli aveva permesso
operare “mirabilia”, assente, perduto per sempre! Ma egli gli rimane fedele, sa
che è il dio del perdono, e lui lo imita perdonando gli aguzzini suoi, quelli
che gli si erano fatti nemici e gli altri tutti tentati dal male o uomini del
male. E così si lascia morire sperando che la sua rivelazione suprema d’amare i
nemici sarebbe rimasta nel cuore degli uomini dopo la sua scomparsa.
Affermazione che tra quel popolo che vedeva nemici gli altri tutti, l’aveva
reso inviso, apparente debolezza e non coraggio di scrollarsi di dosso il giogo
romano, la sua. E con lui muore tutto, l’amore di privilegiato dal padre, sì l’amato
in un rapporto speciale, perché muore con lui il vecchio dio, sì il padre suo!
E che gli resta in quegli ultimi istanti se non il suo povero disperato amore
umano, quello di noi tutti, che interroga e non ha risposta quando più e più
s’esalta il buio di fuori e dentro? E così nella notte che s’infittisce, muore
gridando! Ma non contro al dio che con lui muore, ma al dolore che ogni uomo
patirà ancora e ancora nella morte. Ma il suo amore è così forte che il dio-
amore gli si svela facendolo risorgere. Sì, il solo dio possibile, che tutti
ama e perdona. Allora che altro dirò? Ripeterò i concetti espressi a un amico
forse più di me in notte incipiente. Sì un qualcosa, che ritengo essenziale! Io
intendo dalla morte del cristo che deve essere questa la nostra condotta
imitativa. “ Homo homini deus”, è questo, dopo il cristo, lo scopo della vita
tutta. Ma i più di noi, io certo tra questi, lo attueranno pienamente solo nella
futura. E che in altre parole? Vedere il
vero dio attraverso gli altri, gli indegni di qui anche, che per l’amore suo da
loro avvertito per tramite nostro, tali
non rimarranno! Io non so per certo che ci sarà la sconfitta del tempo e quindi
rinnovata questa possibilità di completamento del pur sempre poco qui
realizzato nel bene, lo spero dalla consapevolezza sofferta di mediocre soldato
del cristo, nell’illusione forse di aver capito
qualcosa dal cuore suo. È questa la mia fede, non ne posso avere altre,
ritornerei quello che sono stato fin da bambino! Né anche so se lui c’è oltre
questa storia umana tanto travagliata e incerta, e la mia personale a tratti
tanto buia, così anche non so del solo dio possibile per lui, quello che solo
l’amore per gli altri sostanzia, già qui e niente altro, non parole, non
incerti atti, non rito alcuno! Ma questo sperato al di là di questo tutto che
mi imprigiona, ha permesso vivere d’amore a persone come Cottolengo, che ha
amato i nostri nati più sfortunati, e madre Teresa, che ha assistito,
vestendosi tutta d’amore, i morenti a Calcutta, e sicuro tanti altri, che spesi
si sono per gli ignorati ultimi di qui, i senza più voce, dal troppo gridare
anche in questo imitatori del cristo! Quindi ho speranza fondata già qui di
quel qualcuno, che ha permesso e permette anticipato l’amore del cristo per gli
altri uomini, proprio tutti! Sì, quello del cristo, uomo che si è lasciato
uccidere, continuando ad amare i nemici suoi! Allora sarà possibile anche per
un mediocre suo, quale mi riconosco, amare tutti come lui ha amato, i più
spregevoli di qui anche, e sono tanti quanto i pusillanimi e i tiepidi, subenti
le angherie o l’indifferenza loro, almeno o più ancora! Allora amerò chiunque,
anche chi qui m’offende, mi perseguita, m’uccide, proprio come lui ha saputo
amare, perché lui me ne darà l’occasione, la forza, la volontà, l’amore
necessario. E l’amore sarà lui e il suo dio, se saprò vederli in tutti! E loro
due non potranno essere né più, né meno dell’amore! Tutti saremo resi capaci di
avvertire, capire col cuore, cioè con l’anima tutta, quest’amore, l’amore! Un
amore che non potrà che essere reciproco, scambiato, donato e ricevuto in dono,
lui avendo raccomandato l’amore ai nemici perfino, che più non potranno essere
se non vinti d’amore! Insomma è certo che l’inferno c’è, sta in questo mondo,
ma la speranza pure del perdono per noi tutti sedotti dal male e postuma la
visione chiara, qui e di là da anticipare per i nostri occhi miopi tramite gli
uomini tutti, del dio e del suo cristo!
Ho scritto questo in risposta alle osservazioni su Facebook di un amico.
RispondiEliminaForse con --- non riesco ad esprimermi come vorrei. Ma non voglio guadagnarlo alle mie tesi, né alla mia fede , né polemizzare!
Io non scordo che il cristo, pur non essendo il “bar aba” atteso, sconvolse e sconvolge la conoscenza che noi abbiamo del dio. Come l’abbiamo oggi? Attraverso il libro, la Bibbia, in cui il vero dio non si svela che per il cristo, ma si lascia interpretare e spesso accadrà in modo erroneo palese. Il cristo raccomandò e raccomanda ancora, a sordi anche, di amare i nemici! Oppure lo conosciamo attraverso la vicenda nostra, personale e irripetibile, fatta di dubbi, errori, ostinazioni, sofferenze, lacrime! Per accorgerci che il dio non è chi giudica e condanna, ma chi perdona. Non ci può essere un inferno anche metafisico, perché in questo di qui c’è stato uno, e c’è, che per primo amò, e ama, i nemici anche e il padre suo è come lui è! E tutti andremo rieducati all’amore, per divenire sue particelle vibranti! La vita futura sarà un lungo ripensamento, un eterno venir alla luce dalle dense e appiccicose tenebre di qui. Ma c’è di più, il vero dio non è solo chi perdona, ma chi chiede perdono della nostra miopia o cecità, del gridare al nostro dolore! Avete mai visitato “Il piccolo Cottolengo” di Napoli? Lo chiedo anche all’amico ---. Dovreste! Capireste che è a questi innocenti che il dio col suo cristo ha iniziato a chiedere perdono!