lunedì 19 settembre 2016

I vinti d’amore


Invito a ripensare al cristo morente sulla croce. Egli è non solo abbandonato, come la più parte di noi nell'esperienza estrema, ma è l’abbandonato. Egli ne chiede il perché senza risposta alcuna. Il dio suo e nostro più non v’era. Proprio quello della fede sua, condivisa dai suoi correligionari, che gli aveva permesso operare “mirabilia”, assente, perduto per sempre! Ma egli gli rimane fedele, sa che è il dio del perdono, e lui lo imita perdonando gli aguzzini suoi, quelli che gli si erano fatti nemici e gli altri tutti tentati dal male o uomini del male. E così si lascia morire sperando che la sua rivelazione suprema d’amare i nemici sarebbe rimasta nel cuore degli uomini dopo la sua scomparsa. Affermazione che tra quel popolo che vedeva nemici gli altri tutti, l’aveva reso inviso, apparente debolezza e non coraggio di scrollarsi di dosso il giogo romano, la sua. E con lui muore tutto, l’amore di privilegiato dal padre, sì l’amato in un rapporto speciale, perché muore con lui il vecchio dio, sì il padre suo! E che gli resta in quegli ultimi istanti se non il suo povero disperato amore umano, quello di noi tutti, che interroga e non ha risposta quando più e più s’esalta il buio di fuori e dentro? E così nella notte che s’infittisce, muore gridando! Ma non contro al dio che con lui muore, ma al dolore che ogni uomo patirà ancora e ancora nella morte. Ma il suo amore è così forte che il dio- amore gli si svela facendolo risorgere. Sì, il solo dio possibile, che tutti ama e perdona. Allora che altro dirò? Ripeterò i concetti espressi a un amico forse più di me in notte incipiente. Sì un qualcosa, che ritengo essenziale! Io intendo dalla morte del cristo che deve essere questa la nostra condotta imitativa. “ Homo homini deus”, è questo, dopo il cristo, lo scopo della vita tutta. Ma i più di noi, io certo tra questi, lo attueranno pienamente solo nella futura. E che in altre parole?  Vedere il vero dio attraverso gli altri, gli indegni di qui anche, che per l’amore suo da loro avvertito per  tramite nostro, tali non rimarranno! Io non so per certo che ci sarà la sconfitta del tempo e quindi rinnovata questa possibilità di completamento del pur sempre poco qui realizzato nel bene, lo spero dalla consapevolezza sofferta di mediocre soldato del cristo, nell’illusione forse di aver capito  qualcosa dal cuore suo. È questa la mia fede, non ne posso avere altre, ritornerei quello che sono stato fin da bambino! Né anche so se lui c’è oltre questa storia umana tanto travagliata e incerta, e la mia personale a tratti tanto buia, così anche non so del solo dio possibile per lui, quello che solo l’amore per gli altri sostanzia, già qui e niente altro, non parole, non incerti atti, non rito alcuno! Ma questo sperato al di là di questo tutto che mi imprigiona, ha permesso vivere d’amore a persone come Cottolengo, che ha amato i nostri nati più sfortunati, e madre Teresa, che ha assistito, vestendosi tutta d’amore, i morenti a Calcutta, e sicuro tanti altri, che spesi si sono per gli ignorati ultimi di qui, i senza più voce, dal troppo gridare anche in questo imitatori del cristo! Quindi ho speranza fondata già qui di quel qualcuno, che ha permesso e permette anticipato l’amore del cristo per gli altri uomini, proprio tutti! Sì, quello del cristo, uomo che si è lasciato uccidere, continuando ad amare i nemici suoi! Allora sarà possibile anche per un mediocre suo, quale mi riconosco, amare tutti come lui ha amato, i più spregevoli di qui anche, e sono tanti quanto i pusillanimi e i tiepidi, subenti le angherie o l’indifferenza loro, almeno o più ancora! Allora amerò chiunque, anche chi qui m’offende, mi perseguita, m’uccide, proprio come lui ha saputo amare, perché lui me ne darà l’occasione, la forza, la volontà, l’amore necessario. E l’amore sarà lui e il suo dio, se saprò vederli in tutti! E loro due non potranno essere né più, né meno dell’amore! Tutti saremo resi capaci di avvertire, capire col cuore, cioè con l’anima tutta, quest’amore, l’amore! Un amore che non potrà che essere reciproco, scambiato, donato e ricevuto in dono, lui avendo raccomandato l’amore ai nemici perfino, che più non potranno essere se non vinti d’amore! Insomma è certo che l’inferno c’è, sta in questo mondo, ma la speranza pure del perdono per noi tutti sedotti dal male e postuma la visione chiara, qui e di là da anticipare per i nostri occhi miopi tramite gli uomini tutti, del dio e del suo cristo!



1 commento:

  1. Ho scritto questo in risposta alle osservazioni su Facebook di un amico.
    Forse con --- non riesco ad esprimermi come vorrei. Ma non voglio guadagnarlo alle mie tesi, né alla mia fede , né polemizzare!
    Io non scordo che il cristo, pur non essendo il “bar aba” atteso, sconvolse e sconvolge la conoscenza che noi abbiamo del dio. Come l’abbiamo oggi? Attraverso il libro, la Bibbia, in cui il vero dio non si svela che per il cristo, ma si lascia interpretare e spesso accadrà in modo erroneo palese. Il cristo raccomandò e raccomanda ancora, a sordi anche, di amare i nemici! Oppure lo conosciamo attraverso la vicenda nostra, personale e irripetibile, fatta di dubbi, errori, ostinazioni, sofferenze, lacrime! Per accorgerci che il dio non è chi giudica e condanna, ma chi perdona. Non ci può essere un inferno anche metafisico, perché in questo di qui c’è stato uno, e c’è, che per primo amò, e ama, i nemici anche e il padre suo è come lui è! E tutti andremo rieducati all’amore, per divenire sue particelle vibranti! La vita futura sarà un lungo ripensamento, un eterno venir alla luce dalle dense e appiccicose tenebre di qui. Ma c’è di più, il vero dio non è solo chi perdona, ma chi chiede perdono della nostra miopia o cecità, del gridare al nostro dolore! Avete mai visitato “Il piccolo Cottolengo” di Napoli? Lo chiedo anche all’amico ---. Dovreste! Capireste che è a questi innocenti che il dio col suo cristo ha iniziato a chiedere perdono!

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