Io mi chiedo, È
questo per me un momento particolare nell'incertezza che accompagnato
m'ha la vita tutta? A ben riflettere, è così da sempre, ho momenti
di acuzie e, credo, accadano a tutti! Ma ecco, io ho un'urgenza, c'è
un dilemma morale, addirittura vitale per l'uomo che ho di fronte! Mi
chiedo, Sto interpretandolo nel giusto modo, ma soprattutto sto
agendo nel modo giusto? Ma poi “giusto” che significa? Sì, sarà
difficile potermi rispondere!E mi chiedo, Sta forse l'aiuto nella mia
storia personale, nella coscienza, nel ricordo di averne una? Ma non
è quella dell'uomo vecchio, di prima che il mio cuore conoscesse il
cristo? Quell'uomo dello spesso falso argomentare, volto alla
conservazione del sé in questioni similari a quella ora vissuta? Sta
nelle ragioni novelle del credente, l'uomo nuovo, dopo lungo buio,
fidente, chissà forse troppo, nella vita, che crede guidata e
guardata da chi ama, e che di questa cura avverte l'afflato? E
m'ascolta l'uomo vecchio o chi nuovo si dice in me, e risponderà il
primo con le ragioni solo sopite e mai del tutto vinte dell'antico
egoismo, o il pronto alla rinuncia e al sacrificio, affinché l'uomo,
il fratello, che da me s'aspetta tutto o, disilluso, nulla, vero
scampi? Ecco il dover sempre scegliere da soli e confusi, perché
seppure il desiderato suggerimento viene, non si conosce da quale
latebra del proprio sé arrivi! Così io sono lo sprovveduto di
sempre! Sì, occorre sempre rispondere alla necessità di dover
scegliere, con l'affidarsi al proprio sé, al proprio cuore, lì solo forse la verità! Ma come chiedere? Ci sono, sì coesistono due me!
Per mera congettura supponiamo mi possa interrogare. Io non so se
parlo all'antico me e se mi risponderà alla maniera sua di palese o
larvato egoismo, o al nuovo, che pure vorrà farlo, ma dalle novelle
convinzioni sue, assai diverse. Temo così di non potermi risolvere!
Ché, se è l'uomo nuovo a rispondere, lo dovrà dal vero da cui
attinge la forza sua!, se è l'altro, tutto preoccupato del destino
personale, del posto più o meno grande nel cuore, che pur continua a
ospitarlo, forse non risponderà diversamente, mentendo pur di
salvarsi! Oppure il nuovo me mancherà del coraggio che la situazione
richiede e assai si avvicinerà alle posizioni prudenziali di fondo
che fanno l'antico me stesso! È chiaro però che più di un vero
colloquio col proprio me sdoppiato, sarà o l'antico istinto a
dettarmi il comportamento, o le ragioni dell'uomo nuovo, che nella
carità verso l'altro si compendiano. Nell'incertezza delle ragioni
che mi spingono, occorrerà ricordi al me, che spero prevalente, che
votato mi son al bene. Come agirò? Come occorre nella prudenza di
non offendere l'altro nel bisogno suo, e questo è sempre bene, ma
forse anche nella necessità di non esporre eccessivo il mio fragile
cuore! Ma allora non agirò così da mediocre? Io ben so che alcuno
è un novello cristo, votato al sacrificio per coerenza o destino.
Quanto difficile ne è allora la sequela! Sì, la verità sta proprio
in noi, ma è difficile interrogarla e soprattutto essere per essa
senza riserva alcuna! Non basta aver udito la storia del cristo col
suo desiderio d'amore diffuso a tutti e ai nemici soprattutto,
occorre ficcarsela nel cuore e non lasciare ne esca o s'attenui nella
radicalità sua, ma non sarà facile conviverci e, sollecitati,
rispondere come il cristo s'attende! Se fossi completamente suo,
morto sarebbe, non importa quanto da esso prima occupato il cuore,
l'uomo vecchio, anche nel ricordo, sì, quello per l'appena, il poco
rischio del mediocre nella fede e nel comportamento suggerito! E
somigliando al cristo non avrei più prudenza, tutto per l'altro
sarei, come il cristo è per me da sempre! Ma, meraviglia!, se io
credo veramente, anche solo da adesso, sto come se con questa verità
da sempre sia vissuto! Il mondo sta sempre nell'assurdo, tutti
viviamo in quest'inferno, ma ora sto completamente col cristo e sono
come appena nato, o rinato e se così, non ho memoria che di lui!
Allora è proprio così, non importa da quando si rinasca al vero,
basta accada! E gli dico, come se l'abbia fatto da sempre da questo
mio cuore, qualcosa a cui esso, non può, non vuole rinunciare. Ma
che? Quello che sempre ripete l'innamorato alla sposa sua,
T'attendevo, anima mia, al fine sei venuta e io vero vivo da ora, ma
come se l'attesa non sia stata! I vecchi affanni, le ore tristi e
buie, più non sono nemmeno ricordo, perché tu per questi occhi, per
questo cuore sei qui da sempre, sì certi sono di averti veduto o
avuto dentro da sempre! Ecco così occorre vivere la vita, il cristo
e la madre sua sono l'amore, la sposa di un cuore, ed esso sarà
pronto a tutto per la sposa sua bella, perché ne vive ora, ma sente
come se sempre ne abbia vissuto! Spero già tale questo mio cuore e
che altri ben comprenda l'immagine della sposa, la metafora
dell'amata da sempre, sebbene prima sconosciuta! Sì dobbiamo essere
col cristo completamente, impegnare forse sprecare tutto di noi
stessi per l'altro nel suo bisogno stringente, e non aspettarci
riconoscenza, ma forse scherni, insulti, percosse, ...il suo destino!
Sì, ci convinceremo
allora che la verità non sta in chi dice di sapere, non sta in chi
risponde citando le parole di altri o un scritto, un libro, per
quanto sacro ai più. Il dio ha permesso il male e per esso lunga
tortuosa e buia s'è fatta la via per raggiungerlo! Sta solo nel
cristo e nella divina madre sua , in noi se vi entrano davvero! Io lo
so perché ho toccato il male fin da bambino, quando alla morte del
fratellino maggiore mi vidi perduto e mostrai più volte il mio
piccolo pugno chiuso al cielo! Sono rimasto ateo a lungo, tranne
brevi ripensamenti. Poi, medico, ho conosciuto il dolore di molti
altri e ne ho palpato il male troppe volte, prima di scoprilo in me!
Ora sono credente da anni, ma quanto ho perduto per questa pace,
quella che il cuore tormentato ha forse solo a momenti nella sequela
del cristo! Ma credo in che, in chi? Nessuno sa del dio! Io sto
dietro, e mi affretto, a Yeshua e Myriam che sono ipostasi qui del
dio unico, altrimenti sconosciuto, e saranno la sua comprensione per
me anche nel dopo e nell'oltre, se raggiungerli potrò. Ma il dio, la
sua natura, la sua essenza spirituale staranno sempre oltre. Ma
l'amore da loro è già tutto per me, quello che dolce sa prendere e
donare al cuore assetato la donna mia!
Epilogo
Forse avrei dovuto
piuttosto raccontare una storiella, un fatto per celia, perché da
ultimo mi chiedo, Vero ho desiderato che si conosca il mio tormento
d'uomo nella sequela del cristo? Sì, questo chiedermi continuo, Sono
coerente col vero che ho dentro? Ma forse colui che ha letto sente in
se stesso di simile! Ma si sarà convinto di non chiedere del dio a
nessuno? Perché davvero nessuno ne sa più del proprio cuore, se
posto vi ha fatto a Yeshua e Myriam. Solo loro due sanno cosa e chi è
il bene, il dio. Ma non chieda nemmeno, se non alla propria
coscienza, al proprio cuore, quale sia l'occasione concreta che ha di
fronte, se sta agendo per il bene con tutto se stesso, in coerenza!
Loro due sanno della possibile occasionale deficienza di un cuore e
del dio proprio a quel cuore parlare vorranno. Quando? Forse solo
dopo l'atteso perdono, inevitabili qui le carenze di tutti nella
sequela del cristo, i manchi d'amore, sì le incoerenze con la
verità! E diranno del dio a orecchie solo allora capaci di
intendere, sì lo faranno nell'oltre e nel dopo da cui venuti sono! E
ricordiamo tutti sempre, Solo essi sono anche la nostra gioia,
l'unica non effimera, sono la sposa bella!
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