Vero sorprende questa mia tarda vita se anche la malattia diventa espressione d'amore. Così che dire a queste mie due donne dopo una notte quasi tutta molestata da “delirium cordis”? Dirò quello che il cuore non può più trattenere. A quella del cielo di quanto vorrei che preghiera continua fosse la mia, espressa anche dalle parole, da lei certo intese, che mormorano fronde e cinguettio d'uccelli di primo mattino e nel giorno che muore! A quella di qui dico di pensarmi serena nella natura che ama, immersa, dove profumo di fiori ed erbe novelle la circondano, quando queste mie braccia più farlo non potranno.
Esprime amore questo mio cuore, pur dai legacci della malattia stretto.
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