venerdì 28 settembre 2018

Conquistarsi nell'altro

Sapersi vedere in chi ci accompagna o semplicemente ci sta per un po' accanto, è come amarsi nell'altro. Perché? Intanto è far proprie le sue pene, le sue gioie, le piccole o grandi sue  necessità di vita, le sue ansie e speranze perfino, se intuite o condivise. Allora venirgli incontro in qualche misura, discreti, accorti a non offendere la sua sensibilità, è venirsi incontro, provvedere anche a se stessi. Perché tutto ciò che si supera, avversità concrete o presunte, lor paure, debolezze, è come superarle anche per sé, conquistando nuova sicurezza, nuove possibilità, dischiuse nella serenità riguadagnata. Così ancora è per la gioia di essere, avvilita dalle circostanze, che va ridestata in chi ci sta davanti, anche col manifesto nostro interessamento per lui, e in noi col sentirsi capaci di farlo. Infatti è come venir in contatto, nella meraviglia, con un se stessi non conosciuto, dalle capacità insospettabili, perché solo allora sperimentate nelle loro possibilità di successo nel bene. Allora come non amare questo nuovo sé più completo? È scoperto per l'altro e nell'altro, perché aiutarlo è risvegliare quanto sopito o avvilito, già posseduto, cioè quanto scopriamo di noi in fondo è già in lui, novità sconosciuta, comune ad entrambi. Allora conoscerlo è conoscersi di più e meglio. È come essersi conquistato nell'altro, essersi più umanizzato!



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